Cos'è la volatilità e come gestire le oscillazioni dei mercati finanziari

Se i mercati sono spesso imprevedibili, la volatilità è il termometro di questa incertezza, vale a dire l'indicatore che misura la variabilità del rendimento di una determinata attività finanziaria: quali ripercussioni e suggerimenti per il risparmiatore (e il suo portafoglio di investimento)?

Anche se per i neofiti può essere difficile farci i conti, le fluttuazioni nel breve termine dei prezzi delle attività finanziarie – e quindi dei rendimenti che ne derivano – sono alla base del funzionamento dei mercati finanziari. I mercati sono cioè tipicamente caratterizzati da una buona dose di incertezza, la cui unità di misura cade sotto il nome di volatilità. La volatilità è dunque quel parametro che rileva il livello di incertezza, e quindi una misura del rischio, circa i futuri movimenti del pezzo di un bene o di una determinata attività finanziaria: al crescere della volatilità cresce anche la probabilità che i movimenti di prezzo siano ampi, in aumento oppure in diminuzione, con inevitabili ripercussioni sulla performance finanziaria correlata, che potrà risultarne molto elevata oppure molto contenuta (quando non addirittura negativa). 

Detto altrimenti, i mercati finanziari non si comportano sempre allo stesso modo: i livelli di volatilità tendono infatti a oscillare nel tempo. Tanto che sono soliti alternare fasi in cui, per vari ordini di ragioni (geopolitiche, economico-finanziarie, e così via), sono contraddistinti da oscillazioni dei prezzi particolarmente accentuate o comunque repentine e fasi in cui, viceversa, la volatilità tende a farsi ridotta in favore di prezzi grossomodo stabili. 

 

Dalla diversificazione all’orizzonte temporale di lungo periodo: gestire la volatilità 

Se la volatilità è un fenomeno che periodicamente si riaffaccia sui mercati finanziari e soprattutto impossibile da eliminare in toto (sarebbe in effetti quantomeno utopico ipotizzare di poter tenere a bada ogni potenziale fattore di incertezza), quello che i risparmiatori accorti e consapevoli possono fare per contrastarla è imparare a riconoscerla, guardando a quanto accaduto in passato e, soprattutto, affidandosi a professionisti ed evitando reazioni istintive che potrebbero compromettere il proprio percorso di investimento.  

Ecco allora 3 punti fondamentali da tenere a mente per una buona gestione del proprio portafoglio anche attraverso fasi di incertezza.
 

1 – Guardare al lungo termine… 

Proprio perché i mercati non amano l’imprevedibilità, la reazione a fattori che disturbano lo status quo è nell’immediato una spiccata volatilità, che può compromettere anche sensibilmente aspettative di rendimento nel brevissimo termine. La prospettiva però cambia se si guarda al medio e lungo periodo: orizzonti temporali più lunghi aiutano infatti ad assorbire gli effetti di oscillazioni negative, e soprattutto temporanee, dei mercati. 

Detto altrimenti, i prezzi delle attività finanziarie possono muoversi in modo spiccato nel breve periodo, principio ancor più valido nel caso delle asset class più esposte al rischio, come ad esempio gli investimenti azionari. Pur non essendo indicative di rendimenti futuri, le performance passate di questi strumenti dimostrano però d’altra parte che gli investitori più propensi al rischio, e quindi più pronti a sfidare la volatilità, sono solitamente ripagati nel lungo termine dei maggiori pericoli corsi rispetto a coloro che hanno puntato su strumenti più conservativi e meno esposti (si pensi ad esempio ai titoli di Stato). A una condizione: essere pronti sin dal principio all’eventualità di andare incontro a oscillazioni anche mercate, diminuendo la probabilità di farsi cogliere di sorpresa e reagendo nel modo più distaccato e razionale possibile. 

 

2 – Sfruttare le correzioni a proprio vantaggio… 

La storia della finanza insegna che spesso grossi ribassi dei mercati, ad esempio azionari, sono stati seguiti da rimbalzi altrettanto importanti. Ecco, quindi, che i risparmiatori più esperti (o opportunamente consigliati) possono decidere di sfruttare i momenti di ribasso per comprare “rischio” a buon mercato, mettendosi sì nella posizione di subire ulteriori perdite nell’immediato ma anche di beneficiare, su una distanza temporale superiore, di opportunità di guadagno. 

Un approccio che richiede quindi una certa freddezza e competenza, l’opposto di quanto spesso accade dinanzi a mercati volatili, cui molti investitori reagiscono negativamente e sottraendo le proprie risorse alla pianificazione finanziaria programmata fino a quel momento. Salvo casi e circostanze ben definite, generalmente non è una buona idea cambiare i propri piani di investimento sull’onda (emotiva) del momento: rimanere investiti può anzi permettere di beneficiare della tendenza al rialzo dei mercati sul lungo termine. Al contrario, quando gli investitori fermano e riavviano i loro investimenti cercando di “cronometrare il mercato”, per massimizzare guadagni e contenere perdite, il più delle volte ottengono il risultato opposto perdendo sia opportunità di acquisto interessanti sia gli effetti benefici delle fasi rialziste. 

 

 3 – Diversificare il proprio portafoglio di investimento… 

Investire i propri risparmi può essere difficile, soprattutto quando i cicli di mercato sono brevi e soggetti a una volatilità spiccata. Per mettersi al riparo da possibili pericoli, una buona pratica da seguire nella costruzione del proprio portafoglio di investimento è quella della diversificazione: ripartire le risorse investibili tra diversi strumenti finanziari e asset class riduce il rischio complessivo e, in particolare, l’impatto di perdite o altri imprevisti, fermo restando l’impossibilità di eliminare completamente la componente di rischio sistemico.

Per lo stesso principio, un portafoglio ben diversificato e bilanciato si presta anche a minimizzare gli effetti della volatilità, rendendo i rendimenti meno esposti a fluttuazioni, soprattutto sul medio e lungo periodo. Appoggiarsi a una buona varietà di prodotti finanziari implica costruire la propria performance attraverso strumenti diversi per classe, area geografica, settore industriale di riferimento e così via: strumenti che reagiranno in maniera differente alle oscillazioni dei mercati.