Il contratto di lavoro a chiamata

Cos'è e come funziona il contratto di lavoro a chiamata? Tutte le caratteristiche del job on call 

Il lavoro a chiamata, detto anche intermittente o job on call, è una particolare tipologia di contratto di lavoro subordinato, con cui il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo, così come individuate dalla contrattazione collettiva nazionale o territoriale. La peculiarità di questa soluzione contrattuale riguarda dunque la possibilità di attivazione nei soli casi in cui si presenti la necessità di “utilizzare” un lavoratore, per prestazioni caratterizzate da una frequenza non predeterminabile. Sono ad esempio spesso così assunti lavoratori dello spettacolo, addetti al centralino, guardiani, lavoratori del turismo, receptionist. 

Premesso che il contratto deve essere sempre redatto in forma scritta e specificare la durata a tempo determinato o indeterminato, il luogo e le modalità della disponibilità eventualmente garantita dal lavoratore (oltre al preavviso di chiamata da parte del datore, che non può comunque essere inferiore a un giorno lavorativo), esistono due diverse forme di contratto di lavoro a chiamata:

  • Con obbligo di corrispondere un’indennità di disponibilità, se il lavoratore ha scelto di essere vincolato alla chiamata del datore di lavoro
     
  • Senza obbligo di corrispondere un’indennità di disponibilità, se il lavoratore ha scelto di non essere vincolato alla chiamata del datore di lavoro.

 

Cos'è l’indennità di disponibilità?

Si tratta di una quota che il datore deve corrispondere mensilmente al lavoratore solo nel caso in cui quest’ultimo si impegni a garantire disponibilità a prestare il proprio servizio, in attesa di chiamata. L’importo minimo è fissato dai contratti collettivi di settore ma, in ogni caso, non può scendere sotto il 20% della retribuzione mensile prevista. L'indennità di disponibilità è inoltre assoggettata a contribuzione previdenziale (in relazione al suo ammontare). Naturalmente, il lavoratore intermittente che percepisce l'indennità non può rifiutare senza motivo una chiamata del datore di lavoro: in caso di mancata risposta ingiustificata, quest'ultimo può risolvere il contratto e richiedere la restituzione della quota di indennità riferita al periodo successivo al rifiuto, nonché un risarcimento nella misura fissata dal contratto collettivo o individuale. 

Per i periodi effettivamente lavorati, vige invece anche per i lavoratori intermittenti il principio di non discriminazione: il lavoratore a chiamata non può cioè ricevere un trattamento economico (e normativo) meno favorevole dei dipendenti inquadrati con lo stesso livello e per  pari  mansioni a mezzo di altre forme contrattuali.

 

Quali sono i soggetti interessati dal contratto di lavoro a chiamata?

Il contratto di lavoro a chiamata può essere stipulato da lavoratori con meno di 24 anni o più di 55 anni d’età e, al di fuori di questi limiti d'età, in tutti gli altri casi previsti dai contratti collettivi o, in assenza di tali disposizioni, da un decreto del Ministero del Lavoro. Purché in regola con la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, il job on call può essere utilizzato da qualunque soggetto privato; non è invece applicabile nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Vige poi il divieto di stipulare contratti di lavoro a chiamata nelle seguenti circostanze:

  • per sostituire lavoratori in sciopero;
     
  • presso aziende che, nei sei mesi precedenti, abbiano operato licenziamenti collettivi o nelle quali siano in corso sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro per cassa integrazione (quest’ultimo divieto è tuttavia derogabile in caso di accordo sindacale);
     
  • per le aziende non in regola con la normativa sulla sicurezza sul lavoro. 

 

Quali sono le caratteristiche del contratto di lavoro intermittente?

Il contratto di lavoro a chiamata è ammesso, per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro, per un periodo complessivamente non superiore alle 400 giornate di effettivo lavoro nell'arco di tre anni solari: in caso di superamento di tali limiti temporali, è di fatto convertito in un rapporto di lavoro full-time – anche perché per il job on call non è prevista la possibilità del part-time -  a tempo indeterminato. Fanno eccezione i settori del turismo e dello spettacolo e i pubblici esercizi.

Altra importante norma che il datore di lavoro deve rispettare riguarda la comunicazione amministrativa prima dello svolgimento della prestazione  da parte del lavoratore a chiamata. Prima dell'inizio dell'attività lavorativa o di un ciclo integrato di prestazioni di durata non superiore a 30 giorni, il datore di lavoro è tenuto a comunicarne la durata alla Direzione territoriale del lavoro mediante sms o posta elettronica.

 

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