Quando il lavoro è... usurante

Mansioni particolarmente provanti per mente e fisico: quali le tutele disposte a norma di legge in favore di chi pratica i cosiddetti "lavori usuranti"?

Ai sensi dell’art.1 del d.lgs. 374/1993 sono considerati lavori particolarmente usuranti quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico particolarmente intenso e continuativo, condizionato da fattori che non possono essere pervenuti con misure idonee.

Accanto a questa definizione generale, l’art. 1, comma 1, del d.lgs. n. 67/2011 fornisce un elenco dettagliato, individuando i lavori usuranti tra:

  1. le mansioni di cui all’art. 2 del DM 19 maggio 1999, come ad esempio lavorazioni in gallerie, nelle cave, nelle miniere, svolte dai palombari o che prevedono un’esposizione ad alte temperature oppure l’asportazione di amianto;
     
  2. la conduzione di veicoli di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti al servizio pubblico di trasporto collettivo;
     
  3. le lavorazioni notturne a turni, di almeno 6 ore ciascuno e per almeno 64 giorni all’anno, oppure lavorazioni notturne di almeno tre ore nell’intervallo di tempo compreso tra la mezzanotte e le cinque del mattino per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo;  
     
  4. le lavorazioni effettuate in linea a catena nei settori produttivi individuati per mezzo di specifiche voci di tariffa INAIL.

 

Il pensionamento anticipato

In attuazione della legge delega 183/2010, il d.lgs. 67/2011 è intervenuto per regolamentare l’«accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti». Nello specifico, è stata introdotta (poi rivista negli anni) la possibilità di accedere alla pensione anticipata con requisiti agevolati per quei lavoratori, pubblici o privati, adibiti ad attività lavorative particolarmente faticose e pesanti, definite appunto usuranti.

In particolare, la normativa attualmente vigente – che elimina la finestra mobile (la pensione decorre cioè dal mese successivo a quello di maturazione dei requisiti) e neutralizza fino gli adeguamenti alla speranza di vita previsti per gli anni dal 2019 al 2025 - prevede che, per poter accedere alla pensione anticipata con i requisiti agevolati  - l’attività usurante sia svolta per almeno 7 anni negli ultimi 10 anni di lavoro o per almeno metà della vita lavorativa complessiva.

Dal 2016 al 2026, i requisiti agevolati per accedere al trattamento pensionistico anticipato sono: 
  • per i lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti: quota 97,6 con età minima di 61 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se dipendenti e quota 98,6 con età minima di 62 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se autonomi; 
     
  • per i lavoratori notturni a turni occupati per un numero di giorni lavorativi da 64 a 71 all’anno: quota 99,6 con età minima di 63 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se dipendenti; quota 100,6  con età minima di 64 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se autonomi; 
     
  • per i lavoratori notturni a turni occupati per un numero di giorni lavorativi da 72 a 77 all’anno: quota 98,6 con età minima di 62 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se dipendenti e quota 99,6 con età minima di 63 anni e 7 mesi e anzianità contributiva minima di 35 anni se autonomi.

 

La comunicazione annuale e gli adempimenti del datore di lavoro

Per accedere al trattamento pensionistico, lo stesso d.lgs. 67/2011 all’art. 5 prescrive poi l’obbligo, a carico dei datori di lavoro interessati, di effettuare una comunicazione telematica annuale all’Ispettorato territoriale del lavoro competente, nonché ai competenti istituti previdenziali. Tale comunicazione permetterà di redigere l’elenco dei soggetti che potranno accedere al trattamento pensionistico anticipato. Per inviare la comunicazione, il datore di lavoro dovrà accreditarsi sul portale del Ministero del Lavoro www.cliclavoro.gov.it.

Un adempimento in più è richiesto in caso di svolgimento di lavoro notturno. Il datore di lavoro deve, in questo caso, comunicare per ciascun lavoratore interessato il numero di giorni compresi nella lavorazione notturna.

Le comunicazioni devono essere inviate entro il 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento attraverso un modello unico per tutte le tipologie di lavori usuranti denominato “Modello LAV_US”. In particolare, potranno essere inoltrati uno o più modelli in base alle differenti tipologie di lavori che si intendono comunicare. Completata la fase di compilazione e inviato il modello, il sistema informatico del Ministero del Lavoro provvederà ad inoltrare le comunicazioni all’Ente previdenziale interessato.

Attenzione! Non sono previste sanzioni per la mancata comunicazione dei lavori usuranti individuati dal D.M. del 19 maggio 1999, nonché quelli "in linea a catena" e quelli relativi alla conduzione di veicoli. Le uniche sanzioni individuate dalla legislazione vigente riguardano:

  • la mancata comunicazione delle lavorazioni notturne (per le quali il datore di lavoro deve comunicare il numero dei giorni in cui viene resa la prestazione usurante), che è punita con una sanzione da 500 a 1.500 euro;
     
  • la mancata comunicazione preventiva di inizio delle lavorazioni «in linea a catena» o relativa a processi produttivi in serie, che deve essere fatta entro 30 giorni dall’inizio delle medesime, e che è eventualmente punita con una sanzione da 500 a 1.500 euro.

 

Gli adempimenti del lavoratore 

I lavoratori sono invece tenuti a presentare domanda per l'accesso al beneficio entro l'1 maggio dell'anno precedente a quello di riferimento: nel caso in cui i requisiti agevolati siano quindi maturati tra l'1 gennaio e il 31 dicembre 2022, la domanda deve essere inoltrata entro l'1 maggio 2021. Per domande presentate successivamente al termine indicato, previsto il differimento della pensione secondo le finestre temporali indicate nel messaggio 1660/2019

La domanda di certificazione per il riconoscimento del beneficio e la relativa documentazione, vale a dire tutti i documenti utili a comprovare di aver svolto mansioni usuranti o notturni, devono essere presentate alla competente struttura territoriale dell’INPS utilizzando la procedura telematica a disposizione dei cittadini o degli intermediari competenti (Caf, enti di patronato, etc), fermo restando la possibilità di utilizzare il modulo AP45 reperibile sul sito internet www.inps.it nella sezione "Modulistica". 

Sarà dunque a questo punto l'INPS a dar seguito alla richiesta: 

  • accogliendo la domanda e indicando anche la prima decorrenza utile del trattamento pensionistico qualora sia accertato il possesso dei requisiti necessari; 
     
  • respingendo la domanda nel caso non sussistano i requisiti relativi allo svolgimento di mansioni particolarmente faticose o pesanti. 

In particolare, a quanti hanno presentato domanda entro l'1 maggio 2021 l’Istituto comunicherà l’accoglimento della richiesta con riserva: l’efficacia del provvedimento è infatti subordinata all’effettivo perfezionamento dei requisiti entro (e non oltre) il 31 dicembre 2022.

Attenzione! La domanda relativa al riconoscimento del beneficio non si sostituisce né va confusa con quella di pensionamento, che andrà quindi comunque presentata. In questa fase, l'INPS riesaminerà tutte le domande di accesso al beneficio in precedenza accolte con riserva e, accertato l'effettivo perfezionamento dei requisiti richiesti, riconoscerà il diritto al trattamento pensionistico. 

 

Le possibili alternative… 

Nonostante la disciplina di riguardo concessa ai lavoratori usuranti, resta comunque aperta per quanti sono impegnati in questo genere di attività la possibilità di ottenere la pensione anche con i requisiti generali previsti dall’attuale disciplina sul pensionamento in Italia (riforma Monti-Fornero). 

In altre parole, se più favorevole, anche gli addetti a mansioni usuranti possono cioè scegliere la strada della pensione anticipata (nel 2022, 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne), di quella di vecchiaia (67 anni di età anagrafica e 20 anni di contribuzione utile) oppure far valere la contribuzione ante 19 anni di età e accedere al pensionamento con 41 anni di contributi se precoci. 

Anzi, secondo quanto disposto dalla Legge di Bilancio per il 2019, ai lavoratori che possono vantare, unitamente a 30 anni di contribuzione, lo svolgimento dell’attività usurante per almeno 7 degli ultimi 10 anni di vita lavorativa o, in alternativa, almeno per metà della propria vita lavorativa, è concesso uno sconto di 5 anni sull’età pensionabile fino al 31 dicembre 2022. Il che significa poter andare in pensione a 66 anni e 7 mesi di età se raggiunti prima delle cosiddette quote sopra-elencate. 

Attenzione! Gli addetti a mansioni usuranti (da non confondersi quindi con le cosiddette mansioni gravose) non rientrano invece tra le categorie aventi diritto d’accesso all’APE sociale.
 

 

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