Professioni e calcolo della pensione: gli autonomi (liberi professionisti non iscritti a un Albo)

Se i liberi professionisti iscritti a un Albo devono rivolgersi alle cosiddette Casse di Previdenza, l'ente di riferimento degli autonomi "senza Albo" è l'INPS. Con alcune differenze a seconda della gestione: ecco allora l'ABC della previdenza per artigiani, commercianti, coltivatori diretti e freelance

Oltre ad assicurare la pensione obbligatoria alla maggior parte dei lavoratori dipendenti, l’INPS è l’ente previdenziale di riferimento anche dei cosiddetti liberi professionisti senza Albo, vale a dire di quei lavoratori autonomi per i quali l’esercizio della professione non è strettamente subordinato all’iscrizione ad appositi, albi o elenchi e/o al superamento di un esame di Stato (o prove affini) che ne certifichi la preparazione tecnica o deontologica.

Se, infatti, i liberi professionisti con Albo hanno infatti obbligo di iscrizione alla relativa Cassa di Previdenza, gli autonomi si rivolgono in ambito previdenziale alle cosiddette gestioni speciali INPS. Tre, in particolare, le gestioni speciali da segnare in quest’ambito: 

a) il fondo pensione per i commercianti, ossia titolari d’impresa operanti nei settori del commercio, del terziario e del turismo e organizzate, al di là del numero dei dipendenti, con lavoro proprio; 

b) il fondo pensione degli artigiani, vale a dire lavoratori autonomi impegnati nella produzione di beni, in attività che abbiano a che fare con la loro circolazione o nella prestazioni di servizi (né agricoli né commerciali); 

c) il fondo pensione CDCM, dedicato a coltivatori diretti, mezzadri, coloni e imprenditori agricoli professionali. 

Gestioni che, esattamente come accade per quelle relative ai subordinati, si caratterizzano per regole comunque diversificate tra loro, ad esempio per quanto riguarda entità e modalità della contribuzione obbligatoria, e che necessitano quindi di essere analizzate e trattate separatamente quando si tratta di rispondere alla più comune delle domande: come posso ottenere e quale sarà la mia futura pensione?

Attenzione! Una menzione a parte spetta invece ai freelance, espressione tipicamente utilizzata per rivolgersi a quei lavoratori autonomi, titolari di partita IVA, che svolgono attività professionali assimilabili a quelle dei liberi professionisti (offrire servizi a uno o più committenti in cambio di una contropartita economica), pur non avendo di fatto tutte le caratteristiche necessarie a essere definite come tali. Anche in questo caso, l’ente previdenziale di riferimento è l’INPS e, in particolare, la sua Gestione Separata, fondo pensionistico nato proprio per assicurare tutele pensionistiche e assistenziali anche a tutte quelle categorie di lavoratori che, fino al momento della sua istituzione (con la legge 335/95), ne erano rimaste escluse. 

 

Focus sui conti INPS: le gestioni artigiani e commercianti

Tra le gestioni INPS in passivo figura anche quella degli artigiani che, nel 2022, ultimo anno di rilevazione disponibile, presenta un disavanzo complessivo tra contributi e prestazioni di 2.548 milioni di euro, con un buon miglioramento rispetto al deficit 2021 (-3.942 milioni). In particolare, restano a livello dell’anno precedente le uscite per prestazioni ma aumentano considerevolmente le entrate per contributi che beneficiano, ormai da alcuni anni, dell’aumento delle aliquote contributive. Anche in questo caso, difficile tuttavia valutare il futuro del comparto, che ha senza dubbio per lungo tempo risentito, oltre  della crisi economica, anche dell’impatto della legge 233/90 che, equiparando le regole di calcolo delle pensioni a quelle dei lavoratori dipendenti, ha in molti casi generato prestazioni generose non coerenti con i contributi realmente versati (pensioni ormai vecchie, che tendono a diminuire con il tempo): a pesare in chiave prospettica soprattutto l’effetto combinato della progressiva diminuzione del numero degli attivi e del continuo aumento dei pensionati, che ormai dal 2017 hanno superato i lavoratori. 

Situazione opposta per la gestione commercianti che, con riferimento al 2022, registra un attivo di 1.317 milioni (+663 milioni sul 2021). Nel dettaglio, mentre le entrate contributive - negli ultimi anni a un buon livello, sempre per effetto dell’aumento delle aliquote – passano dai 10.766 del 2021 a 11.815 milioni, le uscite per prestazioni crescono seppur lievemente da 10.111 a 10.498 milioni. Giova però in questo caso, e soprattutto nel confronto con gli artigiani, un buon rapporto attivi/pensionati che, anche grazie a nuovi iscritti operanti nei servizi e turismo, si mantiene tutto sommato costante nel tempo intorno alla discreta soglia di 1,36.  

 

Professioni e calcolo della pensione: consulta le schede ABC di Pensioni&Lavoro

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