Verso un nuovo modello sociale: welfare e tutele per i liberi professionisti
Non solo previdenza, ma anche assistenza, politiche attive del lavoro e welfare strategico: nel corso degli ultimi anni le Casse di Previdenza hanno rafforzato tutele e servizi offerti ai propri iscritti. Tutte le misure a sostegno dei liberi professionisti
I cambiamenti del mondo del lavoro e le nuove esigenze poste dalle trasformazioni demografiche e sociali in atto hanno imposto anche a enti e Casse di Previdenza di affiancare alla fondamentale funzione di natura previdenziale svolta nei confronti dei liberi professionisti iscritti a un Albo un'offerta sempre più ampia sia di prestazioni di natura socio-assistenziale - come l'assistenza sanitaria integrativa o, ancora, come nel caso di specifiche prestazioni monetarie indirizzate agli iscritti costretti in situazioni particolari o di difficoltà - sia di tutele, servizi e incentivi a sostegno dello svolgimento della professione.
Si è andato così delineando, pur con le specificità di ciascuna Cassa, il progressivo ampliamento dellorizzonte di attività degli enti previdenziali con un approccio sempre più polifunzionale al welfare: non più la sola sfera previdenziale, la cui tutela rimane comunque lobiettivo principale di questi soggetti, ma anche la dimensione professionale, sanitaria e familiare delliscritto diventano oggetto di prestazioni e servizi. Tanto che, secondo lultimo rapporto AdEPP sul Welfare delle Casse di Previdenza private, dei quasi 9 miliardi di euro erogati per prestazioni previdenziali e assistenziali, 450 milioni sono stati destinati nel 2022 ad azioni di welfare.
I riferimenti normativi e il Jobs Act degli Autonomi
Un autentico mutamento di paradigma che trova uno dei suoi più recenti riferimenti normativi nel cosiddetto "Jobs Act degli Autonomi".
Formalizzando quindi un ruolo che le Casse aveva già fatto proprio negli ultimi anni attraverso l'erogazione di prestazioni di sicurezza e protezione sociale a favore dei liberi professionisti, il provvedimento entrato in vigore nel giugno 2017 prevede con particolare riferimento alle libere professioni: 1) "labilitazione degli enti di previdenza di diritto privato, anche in forma associata, ove autorizzati dagli organi di vigilanza, ad attivare, oltre a prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, anche altre prestazioni sociali, finanziate da apposita contribuzione, con particolare riferimento agli iscritti che hanno subìto una significativa riduzione del reddito professionale per ragioni non dipendenti dalla propria volontà o che siano stati colpiti da gravi patologie (articolo 6); 2) la deducibilità "entro il limite annuo di 10.000 euro, le spese per liscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale nonché le spese di iscrizione a convegni e congressi (articolo 8).
Più precisamente, il Jobs Act degli autonomi conferisce al governo delega di abilitare le Casse di Previdenza all'attivazione e/o implementazione di prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, così come di altre prestazioni sociali tese, ma non in via esclusiva, alla tutela dei propri iscritti che abbiano subìto una significativa riduzione del proprio reddito professionale per gravi ragioni di salute o comunque non dipendenti dalla propria volontà. A differenza di quanto non accada con le prime, la normativa stabilisce tuttavia che questa seconda tipologia di prestazioni sia finanziata a mezzo di "apposita contribuzione" (da definire se a carico dei soliti iscritti che intendano fruirne o dellintera platea di riferimento, così come se possa essere recuperata da eventuali attivi di bilancio), mentre per quel che riguarda le prestazioni complementari restano invece da chiarire i potenziali beneficiari. Soprattutto nell'eventualità in cui le Casse non riescano a ottenere autonomamente le autorizzazioni degli Organi di vigilanza (così come previsto dalla legge) e scelgano di conseguenza di agire in sinergia tra loro.
Va daltra parte segnalato che, a distanza di oltre quattro anni dallemanazione del provvedimento, le deleghe conferite allesecutivo per completare la disciplina sono ormai scadute (la durata inizialmente prefissata era di 12 mesi) lasciando di fatto in sospeso diversi punti ancora da chiarire.
Quale welfare per i liberi professionisti?
Come ben evidenziato da un'offerta di prestazioni assistenziali già molto ampia (ma comunque in costante espansione), variegata e soprattutto "personalizzata" da ciascuna Cassa anche sulla base delle effettive esigenze dei propri iscritti, le peculiarità proprie di ciascuna delle aree professionali cui i diversi Enti di previdenza si rivolgono rende in realtà molto difficile tracciare un quadro univoco ed esaustivo delle misure di "welfare per i liberi professionisti", ancor di più all'interno di un quadro legislativo relativamente giovane e, soprattutto, ancora in via definizione.
In ogni caso, e a prescindere sia da tipologia (convenzioni, prestazioni di tipo economico, servizi di tipo assistenziale, etc) e categorie di iscritti cui si rivolgono (ad esempio, totalità degli iscritti, donne o giovani professionisti), è indubbiamente possibile raggruppare le misure di welfare per i liberi professionisti disposte dalle Casse tenendo conto dei macro-bisogni e delle esigenze che cercano di soddisfare:
- Professione: misure finalizzate a sostenere lattività professionale, come ad esempio corsi di formazione o di aggiornamento o altre misure di assistenza al lavoro e alla professione (borse di studio, corsi di specializzazione, convenzioni per l'assistenza fiscale, agevolazioni per l'acquisto di strumentazione professionale, convenzioni per ristrutturazioni di studi, etc);
- Reddito: prestazioni e convenzioni finalizzate a integrare il reddito di chi esercita - o ha esercitato la libera professione - e della sua famiglia sia a sostegno della normale vita quotidiana sia in caso di imprevisti o particolari condizioni di difficoltà (ad esempio, nel caso di spese funebri o calamità naturali);
- Famiglia: misure dirette a soddisfare i bisogni strettamente correlati al nucleo familiare del libero professionista, come nel caso dell'indennità di maternità o di eventuali contributi per il sostegno delle spese correlate ad asili nido e baby-sitter;
- Salute: prestazioni dirette a sostenere le esigenze sanitarie legate allo stato di salute dell'iscritto o dei suoi familiari, ad esempio attraverso polizze sanitarie gratuite o convenzionate o mediante convenzioni nel caso in cui si renda necessario usufruire di assistenza domiciliare o di strutture specializzate;
- Benessere e tempo libero: misure finalizzate a offrire al libero professionista e/o al suo nucleo familiare agevolazioni per attività non strettamente legate allesercizio della professione (ad esempio, acquisto di particolari beni o possibilità di godere di tariffe agevolate presso particolari strutture ricettive).