I protagonisti della previdenza complementare: i fondi pensione aperti

Uno strumento per chiunque, lavoratore o meno, voglia dotarsi di una copertura pensionistica integrativa: cosa sono, a chi si rivolgono e come funzionano i fondi pensione aperti

Così definiti proprio perché aperti – in termini di adesione – a tutti coloro che vogliano munirsi di una “pensione di scorta”, indipendentemente dalla propria situazione professionale, i fondi pensione aperti sono forme pensionistiche integrative istituite da banche, Compagnie di Assicurazione, SGR o SIM sotto forma di patrimonio separato e autonomo rispetto a quello della società che li istituisce, la quale può dunque destinare queste risorse esclusivamente al pagamento delle prestazioni degli iscritti, senza utilizzarlo d’altra parte per soddisfare i diritti vantati da eventuali creditori della società. 

Anche in questo caso, l’attività del fondo pensione è a ogni modo disciplinata dal suo Regolamento, documento che – redatto sulla base di uno schema adottato dalla COVIP – ne definisce elementi identificativi, caratteristiche, contribuzione, prestazioni e rapporti con gli aderenti. La gestione degli investimenti è invece effettuata dalla stessa società che ha istituito il fondo pensione aperto, con possibilità di delega ad altri soggetti abilitati, sebbene sempre all’interno di regole e criteri stabiliti dalla normativa di settore. 


Chi può aderire a un fondo pensione aperto? 

Come suggerisce appunto il termine “aperti”, a questo tipo di fondo può iscriversi chiunque intenda costruirsi una rendita integrativa della pensione pubblica. L’adesione è volontaria e prescinde dalla propria situazione lavorativa (lavoratore dipendente o autonomo, libero professionista), tanto che è possibile iscriversi anche se al momento dell’adesione non si svolge alcuna attività lavorativa. Qualora il Regolamento lo preveda, è persino possibile infine iscrivere i familiari a carico, pur non iscritti a propria volta. 

Attenzione! I lavoratori dipendenti del settore privato possono comunque aderire ai fondi aperti sia su base individuale che collettiva, secondo quanto previsto dal contratto di lavoro o accordo aziendale di riferimento. Come per i fondi negoziali, l’adesione su base collettiva può avvenire anche in forma “tacita”. Diversamente, i lavoratori dipendenti pubblici possono aderire a un fondo aperto unicamente su base individuale, così come pure i lavoratori autonomi o liberi professionisti.  


I fondi pensione aperti, una breve fotografia del settore 

Alla fine del 2021 risultavano operativi 40 fondi pensione aperti, per un totale di 1,69 milioni di aderenti e di 1,74 milioni di posizioni in essere, calcolate tenendo conto anche delle iscrizioni multiple riferite allo stesso soggetto. Pari invece a 29 miliardi di euro l’attivo netto destinato alle prestazioni e a 2,6 miliardi i contributi raccolti, di cui 1,7 in arrivo da lavoratori dipendenti (e 714 milioni riferiti al flusso di TFR). Sono del resto proprio i lavoratori dipendenti ad alimentare il trend positivo della crescita di iscritti: +7,6%, raccolte principalmente su base individuale, contro un aumento del 3% registrato tra i lavoratori autonomi. Gruppo Intesa Sanpaolo, Arca SGR e BCC Risparmio e Previdenza SGR i gruppi che gestiscono il maggior numero di posizioni (a fine 2021). 

 

Potrebbe interessarti anche

Storia dei fondi pensione: strumento di equità e democrazia

La previdenza complementare ha alle spalle una storia più lunga di quanto si possa immaginare: se già l'imperatore Augusto aveva compreso l'importanza di un sistema di supporto per la retribuzione dei suoi veterani a fine carriera, la svolta nel nostro Paese - da sempre pioniere in ambito pensionistico - si è compiuta nel 1993 con la nascita dei fondi pensione così come li conosciamo oggi