I protagonisti della previdenza complementare: i fondi pensione negoziali o chiusi

Associazioni senza scopo di lucro nate grazie ad accordi collettivi di lavoro o territoriali, consentono l'adesione solo a particolari categorie di soggetti (perlopiù lavoratori dipendenti): ecco chi può iscriversi e con quali modalità

I fondi pensione negoziali, detti anche chiusi o contrattuali o ad ambito definito, sono associazioni senza scopo di lucro, istituite nel rispetto dei criteri previsti dall’art.3 del Dlgs. 252/05: nascono quindi a seguito di accordi collettivi a qualunque livello (come i CCNL, Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro), nonché per effetto di regolamenti aziendali o di accordi fra lavoratori autonomi o liberi professionisti promossi dai sindacati o dalle associazioni di rilievo almeno regionale

Enti giuridicamente autonomi e quindi distinti dai soggetti promotori, vale a dire lavoratori e datori, affidano la gestione degli investimenti ad appositi intermediari specializzati (banche, SGR, SIM, Compagnie di Assicurazione) sulla base di una convenzione - il cosiddetto mandato - nella quale vengono espressamente definiti i criteri cui si devono attenere, e gli obiettivi che si vorrebbero perseguire anche in base alle caratteristiche dei diversi comparti, nel corso delle attività finanziarie condotte sui mercati. Selezionati cioè sulla base di una procedura svolta secondo le regole dettate dalla Commissione di Vigilanza, i gestori sono tenuti a operatore sulla base delle politiche di investimento deliberate dagli organi di amministrazione dell’ente, oltre che della normativa del settore. Nel frattempo, le somme versate dagli aderenti sono invece custodite da un depositario autorizzato – solitamente una banca – a propria volta scelto attraverso una procedura di selezione dedicata. 

L’attività di un fondo pensione negoziale è disciplinata dal suo statuto: documento che, redatto sulla base di uno schema adottato dalla COVIP, definisce gli elementi identificativi del fondo pensione, l’ambito dei destinatari, la contribuzione e le prestazioni, i profili organizzativi, i rapporti con gli aderenti, e così via. Ulteriore particolarità è la partecipazione attiva alla vita del fondo da parte degli iscritti che, in quanto tali, diventano a tutti gli effetti soci del proprio fondo e possono partecipare direttamente all'elezione periodica degli organi di amministrazione e controllo. 

 

Come aderire a un fondo negoziale? 

Questa tipologia di fondo è detta “chiusi” proprio perché non può aderirvi liberamente chiunque, ma quei soli lavoratori cui trova applicazione l’accordo istitutivo del fondo in quanto appartenenti a una determina impresa o categoria professionale, a un certo comparto o territorio, e così via. Unica eccezione è costituta dai familiari a carico degli iscritti, per i quali è possibile associarsi qualora lo statuto/regolamento del fondo stesso lo preveda.

L’iscrizione a questi fondi può avvenire direttamente o tacitamente ma in ogni caso spetta agli accordi collettivi (o regolamenti aziendali) di riferimento definire le modalità di contribuzione e, in particolare, la misura minima del contributo di lavoratore e datore di lavoro, nei casi in cui previsto.  Tutti gli iscritti a una forma pensionistica integrativa alimentano infatti la propria posizione pensionistica attraverso dei versamenti individuali che, nel caso di iscrizione a un fondo negoziale, possono però godere di un doppio “vantaggio”: il lavoratore può infatti non solo decidere di contribuire attraverso il conferimento – parziale o totale - del proprio TFR (in assenza di indicazioni, il conferimento è totale) ma anche beneficiare, in alcune specifiche circostanze, del contributo aggiuntivo del proprio datore di lavoro. Alla sola condizione che, al di là dell’eventuale Trattamento di Fine Rapporto, alimenti il proprio “salvadanaio previdenziale” anche con un versamento di entità pari o superiore a quanto previsto dall’accordo istitutivo. 

Attenzione! Una forma tacita aggiuntiva di adesione ai fondi di tipo contrattuale può avvenire quando la contrattazione collettiva o specifiche disposizioni normative disciplinano il versamento a fondi pensione negoziali di categoria operanti su base nazionale di contributi aggiuntivi rispetto alle ordinarie modalità di finanziamento. Di norma, tale contribuzione affluisce automaticamente alla posizione già in essere al fondo cui il lavoratore è iscritto o è versata nei fondi pensione negoziali territoriali di riferimento dove esistenti alla data di entrata in vigore della presente legge, anche se il lavoratore non ha destinato il proprio TFR alla previdenza complementare. Tuttavia, se al lavoratore è richiesto di scegliere la destinazione del contributo aggiuntivo e non manifesta alcuna volontà, tale contributo verrà versato al fondo pensione individuato tramite gli stessi criteri previsti per il conferimento tacito del Trattamento di Fine Rapporto. 

 

I fondi pensione negoziali, una breve fotografia del settore 

Attualmente, operano in Italia 33 fondi negoziali, la maggior parte dei quali fa riferimento a uno specifico CCNL di riferimento: fra i più grandi, il fondo COMETA per i metalmeccanici, FONCHIM per i chimici, FONTE per il commercio, FONDENERGIA per i lavoratori dei settori energetici (petrolio, Gas, Acqua, etc), TELEMACO per i dipendenti delle aziende della telecomunicazione, e così via. A questi si aggiungono, come previsto dal Dlgs 252/05, anche fondi pensione nati sulla base di accordi territoriali e dedicati quindi, in maniera trasversale al CCNL di riferimento, a tutti i lavoratori di una determinata area geografica, ad esempio una regione: è il caso di FOPADIVA, il Fondo per i lavoratori della Regione Val D'Aosta; SOLIDARIETÀ VENETO per i lavoratori del Veneto e LABORFONDS per i lavoratori del Trentino-Alto Adige.

Complessivamente, secondo gli ultimi dati rilasciati da COVIP nella sua Relazione annuale e rielaborati dal Report sugli investitori istituzionali italiani curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, il patrimonio detenuto dai fondi pensione negoziali (a fine 2022) è di circa 61,10 miliardi di euro e registra un decremento del 6,5% rispetto al 2021. Gli iscritti sono invece 3,696 milioni, vale a dire circa 332mila in più del 2021: le nuove adesioni a fondi pensione negoziali sono state circa 490.000, di cui circa la metà è rappresentata da adesioni di tipo contrattuale e un ulteriore quinto dalle adesioni a PERSEO SIRIO tramite silenzio-assenso. Inoltre, 24.000 nuove adesioni derivano dal conferimento tacito del TFR, secondo il meccanismo di silenzio-assenso in essere dal 2007 per i nuovi assunti nelle aziende del settore privato. Prevedi (fondo nazionale del settore edile), Cometa e Fon.te. i fondi che contano al momento il maggior numero di iscritti, con oltre 1 milione di aderenti per il primo, 465mila per il secondo e 255mila per il terzo; Cometa, Fonchim e Fon.te. il “podio” dei fondi pensione negoziali detentori del maggior patrimonio (oltre 12,5 miliardi per il fondo dei metalmeccanici, più di 7,5 per i chimici e circa 4,7 per il fondo riservato ai lavoratori del commercio). 

 

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