Investire sì, ma come? Prodotti finanziari e strumenti di risparmio gestito

Ogni risparmiatore che si affaccia al mondo degli investimenti deve costruirsi un bagaglio di conoscenze relative agli "attrezzi" a sua disposizione: l'ampio panorama degli strumenti finanziari rappresenta l'insieme delle possibili soluzioni attraverso cui investire i propri risparmi

Se tutte le azioni e le buone pratiche di pianificazione finanziaria definiscono concretamente il perimetro entro cui il risparmiatore delimita i propri obiettivi di risparmio/investimento, gli strumenti finanziari rappresentano gli utensili al servizio dell’obiettivo prefissato. Una volta acquisita la giusta familiarità con le nozioni di base della finanza, l’investitore è cioè chiamato a costruire a tutti gli effetti il proprio portafoglio finanziario, scegliendo tra le soluzioni che più si adattano al suo profilo e alle sue peculiari esigenze: un processo che cade sotto il nome di asset allocation.

 

Cosa significa definire la propria asset allocation

Volendone dare una definizione, l’asset allocation si potrebbe descrivere come quel processo nel corso del quale vengono selezionati gli strumenti, e le relative percentuali, con cui i propri risparmi verranno allocati, definendo così un portafoglio di investimento che, sempre coerente con il proprio profilo finanziario, possa massimizzare i rendimenti contenendo quanto più possibile i rischi. 

Una scelta che, in primissima istanza, riguarda 4 diverse macro-tipologie di soluzioni di investimento, ciascuna a propria volta caratterizzata da profili di rischio (possibilità di registrare oscillazioni nel corso del tempo) e rendimento (portata degli eventuali rialzi): 

Costruire un portafoglio finanziario efficiente di solito vuol dire trovare il giusto equilibrio tra le diverse classi di investimento, un equilibrio che risponda innanzitutto al profilo desiderato in termini di rischi/rendimento. A propria volta variabile da un investitore a un altro oppure in diverse fasi della vita dello stesso risparmiatore.

Giusto per fare un esempio, un risparmiatore giovane dal punto di vista anagrafico preferisce solitamente investire in attività con maggiori potenzialità sul versante del rendimento e, per questa ragione, anche dai rischi più elevati: questo perché ha normalmente davanti a sé tutto il tempo di recuperare eventuali perdite che, sul breve periodo, possono verificarsi a seguito delle “normali” oscillazioni dei mercati finanziari.Viceversa, investitori più “anziani” tendono in molti casi a privilegiare classi di investimento con profili di rischio/rendimento più contenuti, proprio perché maggiormente votati alla prudenza e alla necessità di contenere gli effetti di fenomeni di volatilità. Insomma, proprio perché le fluttuazioni sono intrinseche ai mercati, è importante per gli investitori conoscere prodotti più o meno esposti, decidendo in maniera consapevole a quali “rischi” sottoporsi. 

 

Cos’è dunque esattamente uno strumento finanziario? 

Semplificando, uno strumento finanziario può essere definito quella particolare categoria di prodotti finanziari individuati come mezzi attraverso i quali realizzare un investimento di natura finanziaria.

Entrando invece maggiormente nel dettaglio e riprendendo quanto stabilito dall’articolo 1 del d.lgs. 415/1996, “Per strumenti finanziari si intendono:

a)  azioni e altri titoli rappresentativi di capitale di rischio negoziabili sul mercato dei capitali;

b)  obbligazioni, titoli di Stato e altri titoli di debito negoziabili sul mercato dei capitali;

c) quote di organismi di investimento collettivo;

d) titoli normalmente negoziati sul mercato monetario;

e)  qualsiasi altro titolo normalmente negoziato, che permetta di acquisire gli strumenti indicati nelle precedenti lettere, e i relativi indici;

f)  contratti "futures" su strumenti finanziari, su tassi di interesse, su valute, su merci, e sui relativi indici, anche quando l'esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in contanti;

g)  contratti di scambio a pronti e a termine (swaps) su tassi di interesse, su valute, su merci nonché su indici azionari (equity swaps), anche quando l'esecuzione avvenga attraverso il pagamento di

differenziali in contanti;

h)  contratti a termine collegati a strumenti finanziari, a tassi d'interesse, a valute, a merci, e ai relativi indici, anche quando l'esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in contanti;

 i)  contratti di opzione per acquistare o vendere gli strumenti indicati nelle precedenti lettere e i relativi indici, nonché contratti di opzione su valute, su tassi d'interesse, su merci, e sui relativi indici, anche quando l'esecuzione avvenga attraverso il pagamento di differenziali in contanti;

 j) combinazioni di contratti o di titoli indicati nelle precedenti lettere.”

Strumenti finanziari e prodotti finanziari non sono quindi la stessa cosa, ma possono piuttosto essere considerati l’uno il sottoinsieme dell’altro. Gli strumenti finanziari rientrano cioè all’interno della più ampia categoria dei prodotti finanziari, la quale a propria volta comprende diverse tipologie di mezzi di investimento economici, tra i quali anche, ad esempio, i mezzi di pagamento (ad esempio, assegni o carte di credito), che non sono tuttavia strumenti finanziari secondo la definizione codicistica. Cercando dunque di fare chiarezza, quando si parla di prodotto finanziario, si fa comunemente riferimento a operazioni di negoziazione che costituiscono nel confronto l’oggetto delle attività di banche e imprese di investimento. La nozione di “strumento finanziario” ha invece un più preciso perimetro giuridico che ne circoscrive il significato rispetto a quello più ampio di trasferimento di moneta nello spazio (assegni bancari e carte di credito), nel tempo (mutui, obbligazioni, etc) o al trasferimento di rischio (assicurazioni, etc) normalmente adottato dalla letteratura finanziaria. In particolare, ne risultano esclusi i mezzi di pagamento e i depositi bancari o postali e, al contrario, sostanzialmente ricompresi la quasi totalità delle forme di investimento rilevate sui mercati, regolamentati e non. 

 

A ciascun investitore… il proprio strumento finanziario!  

Senza pretesa di entrare eccessivamente nel merito di aspetti giuridici e teorici, è importante quindi anche per il piccolo investitore familiarizzare con l’idea che ciascuno strumento (o prodotto) ha delle proprie caratteristiche e dinamiche di funzionamento, peculiarità che è bene approfondire e conoscere – rischi che si corrono investendovi, possibilità di rendimento, costi di gestione e così via - per arrivare al “mix” adeguato alle proprie esigenze. 

Una consapevolezza che non deve però mai in alcun modo sostituire consulenti, intermediari e altri operatori qualificati, principale interlocutore cui rivolgersi nella definizione della propria asset allocation e quindi nella definizione degli strumenti attraverso cui concretizzare i propri investimenti. 

 

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