Cosa succede alla mia pensione se...? Guida rapida ai contributi individuali

Contributi figurativi o da riscatto, totalizzazione e ricongiunzione, e non solo: cosa serve sapere sui contributi individuali per gestire al meglio la propria pensione, anche in casi particolari

Lavoro all’estero, maternità, iscrizioni a enti previdenziali differenti: la vita professionale di un contribuente segue spesso percorsi tutt’altro che lineari. Cosa fare in questi casi e come evitare “buchi previdenziali”? 

In realtà, premessa indispensabile a farsi è che la posizione contributiva di ciascun assicurato – dipendente, autonomo o parasubordinato, che sia – viene alimentata nel tempo non soltanto dai contributi da lavoro, sempre obbligatori ed effettivamente correlati all’attività professionale svolta, ma anche da ulteriori contributi individuali che, con oneri a carico del lavoratore stesso o meno, ne arricchiscono comunque il “conto pensione”. Con un’ulteriore particolarità: quella di non essere strettamente correlati allo svolgimento della propria attività di lavoro. È il caso, ad esempio, di contributi figurativi, da riscatto o ancora dei versamenti volontari.

 

Non solo contributi obbligatori: come alimentare la propria posizione previdenziale

Dunque, ricapitolando, il finanziamento delle prestazioni previdenziali avviene di norma attraverso l’imposizione del pagamento dei cosiddetti contributi, calcolati tramite l’applicazione di un’aliquota percentuale sul compenso ricevuto per il lavoro svolto. Questi contributi “da lavoro”, per definizione detti anche “contributi obbligatori”, non sono però gli unici utili al fine della costruzione della posizione previdenziale del contribuente: la legge italiana riconosce anche altri tre tipi di copertura assicurativa – i contributi figurativi, da riscatto o volontari – che, gratuitamente o a pagamento a seconda dei casi, possono appunto aiutare il lavoratore a coprire anche periodi previdenzialmente scoperti, nei quali ad esempio non ha potuto svolgere regolarmente la propria attività professionale. In questo caso, si parla appunto di contributi individuali. 

Bene però prestare la massima attenzione, perché non tutti i contributi individuali sono uguali tra loro per modalità di versamento, requisiti, costi… e persino per “importanza”: può capitare infatti che alcuni contributi vengano ad esempio considerati utili ai fini della maturazione del diritto alla pensione ma non incidano invece sull’importo dell’assegno. Vero è che tutte queste diverse tipologie di contributi concorrono comunque ad alimentare la posizione previdenziale dell’assicurato, così come particolari istituti – ricongiunzione, totalizzazione e cumulo e/o, ancora, convenzioni stipulati con Paesi stranieri - rendono invece possibile far “convergere” in un unico conto i contributi versati presso fondi o enti differenti, così da agevolare il perfezionamento dei requisiti necessari a ottenere la pensione. 

In sintesi: 

- Contributi obbligatori: sono i contributi dovuti da tutti quei dipendenti, lavoratori autonomi o parasubordinati che producono reddito da lavoro; la loro entità e le relative modalità di versamento dipendono poi a tutti gli effetti dall’ente previdenziale di riferimento e dalle “regole” proprie della categoria professionale di appartenenza. 

- Contributi figurativi: si tratta di contributi riconosciuti a titolo gratuito, dunque senza alcun onere economico a carico del lavoratore, in precise circostanze – di solito, di durata limitata nel tempo - definite dalla legge stessa (è il caso, ad esempio della maternità). In questi casi, quindi, i contributi sono dovuti a copertura di periodi durante i quali il lavoratore è in realtà impossibilitato a svolgere la propria attività professionale. 

Contributi da riscatto: si tratta di contributi, onerosi per il lavoratore, che possono essere versati a richiesta del contribuente con l’intento di alimentare la propria posizione contributiva anche con riferimento a particolari periodi – comunque stabiliti dalla legge – che di per sé non prevedrebbero alcuna forma di contribuzione. Questo, ad esempio, il caso del cosiddetto riscatto di laurea, che consente di coprire previdenzialmente anche il proprio percorso di studi universitari. 

Contributi volontari: anch’essi a totale carico del contribuente, consentono il versamento dei contributi utili a raggiungere la pensione a chi abbia magari subito una sospensione o un’interruzione della propria attività lavorativa. 

Attenzione! Tra le diverse forme di contribuzione esiste una precisa gerarchia (in ordine di importanza: obbligatori, figurativi, da riscatto e volontari) stabilita dalla normativa vigente ed essenziale per dirimere sovrapposizioni. Ad esempio, nel caso il proprio servizio di leva sia coinciso con gli anni degli studi universitari, per i periodi concomitanti, sarà la contribuzione figurativa a prevalere su quella da riscatto. 

 

Cosa succede alla mia pensione se…. ? 

Per destreggiarsi in questo panorama ecco allora una sezione utile a capire a cosa servono i diversi tipi di coperture assicurative che subentrano o cui ricorrere quando si ha a che fare con situazioni meno ordinarie della “routine” rappresentata dalla contribuzione da lavoro: ad esempio, cosa succede alla mia pensione se… ho lavorato all’estero? O, se non ho lavorato affatto per un determinato periodo? O ancora, se ho maturato i miei contributi presso fondi o enti previdenziali diversi tra loro e voglio “unificare” la mia posizione così da raggiungere più facilmente la pensione?


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