Il fondo pensione come strumento di risparmio di lungo periodo: rendimenti e linee di investimento

Cosa succede ai propri risparmi una volta deciso di aderire a un fondo pensione? Dalle linee di investimento cui destinare i contributi versati al monitoraggio dei rendimenti conseguiti, alcune info utili agli iscritti a una forma pensionistica integrativa

Pensato per restituire “pensione di scorta” una volta che il lavoratore avrà maturato i requisiti di legge per andare in quiescenza, il fondo pensione può in realtà essere visto anche come un vero e proprio libretto di risparmio: i contributi destinati alla forma pensionistica integrativa non sono infatti semplicemente accantonati in vista dell’erogazione della prestazione secondo la soluzione scelta dell’aderente, ma sono semmai nel frattempo investiti sui mercati finanziari. Tanto che, a concorrere alla posizione individuale dell’iscritto non sono soltanto gli importi destinati al fondo, la durata del periodo di contribuzione e i costi sostenuti durante alla forma pensionistica, ma anche i rendimenti – al netto della tassazione – ottenuti con l’investimento di quanto versato. 

In quest’ottica, dunque, un fondo pensione (o un PIP) è a tutti gli effetti una forma di investimento con un orizzonte temporale di lungo periodo: la sua peculiarità, rispetto ad altri strumenti di risparmio di lungo corso, sarà la finalità previdenziale delle somme accumulatepremiata anche fiscalmente da un regime di tassazione favorevole in tutte le fasi di partecipazione alla vita del fondo (contribuzione, accumulazione ed erogazione). 

 

A ciascuno la sua linea di investimento: la scelta del comparto 

Proprio come il risparmiatore è normalmente chiamato a scegliere, sulla  base del proprio profilo finanziario, tra diversi prodotti e strumenti finanziari, allo stesso modo l’iscritto a una forma pensionistica complementare è di solito chiamato a scegliere tra diverse linee di investimento o comparti, cui corrispondono di fatto diversi approcci nelle modalità di investimento sui mercati dei propri contributi. Ecco perché, al momento dell’adesione, è sempre bene verificare i comparti proposti e i rischi finanziari connessi, così da valutare la linea con il profilo rischio/rendimento più vicino alle proprie esigenze previdenziali. 

Le diverse linee di investimento si differenziano infatti tra loro in base agli strumenti finanziari acquistati. Generalmente, sulla base della percentuale di azioni e obbligazioni, si distinguono 4 categorie principali di comparti: 

  • garantiti, che offrono tipicamente una garanzia di rendimento minimo o restituzione del capitale versato al momento del pensionamento;
     
  • obbligazionari, puri o misti a seconda che investano esclusivamente oppure principalmente in obbligazioni; 
     
  • bilanciati, che investono in azioni e obbligazioni più o meno nella stessa percentuale;
     
  • azionari, che prevedono un investimento solo o in prevalenza in azioni.

Ciascun comparto sarà dunque caratterizzato da un livello di rischiosità crescente, ragione per la quale non può esserci una soluzione uguale per tutti e che rispetti obiettivi ed esigenze di tutti i risparmiatori allo stesso modo. 

Ad esempio, una linea di investimento a maggiore esposizione azionaria consente tipicamente aspettative di rendimento più elevate ma, al tempo stesso, richiede anche una maggiore propensione al rischio e di riflesso una maggiore “disponibilità” a sopportare un certo livello di volatilità nel corso degli anni: per questi motivi, può rivelarsi una buona soluzione per gli iscritti più giovani, i quali hanno davanti a sé un lungo periodo di contribuzione e, di riflesso, anche più tempo per recuperare eventuali perdite accumulate nel breve termine. Al contrario, linee più prudenti consentono di esporsi a rischi minori ma, d’altro conto, “promettono” anche rendimenti più contenuti: possono pertanto rivelarsi una buona scelta soprattutto per gli iscritti più vicini alla pensione, per i quali potrebbe essere preferibile non esporsi a rischi eccessivi vanificando all’ultimo il percorso di risparmio compiuto negli anni. 

Attenzione! A ogni modo, la scelta della linea di investimento non è vincolante e può essere modificata nel tempo. Anzi, senza lasciarsi travolgere troppo dall’emotività compiendo scelte affrettate (mai consigliabili), può appunto essere utile switchare da un comparto all’altro nel corso del tempo sulla base di eventuali mutate esigenze, come ad esempio quelle derivanti dall’avanzare dell’età che, normalmente ma non necessariamente, suggerisce di diminuire l’esposizione a investimenti di tipo azionario. 

 

La gestione degli investimenti da parte dei fondi pensione 

Nella gestione dei risparmi previdenziali dei propri iscritti, le forme pensionistiche integrative sono – a tutela degli aderenti – tenute a rispettare una serie di regole di prudenza stabilite dalla legge, la quale presta particolare attenzione alla finalità previdenziale e non speculativa di questa particolare tipologia di investimenti, prevedendo ad esempio la messa in pratica di un’adeguata diversificazione o, ancora, introducendo limiti quantitativi al ricorso di strumenti finanziari particolarmente rischiosi. 

Posto poi che, anche sulla base del tipo di fondo pensione (o PIP) di riferimento, la gestione può essere sia diretta sia indiretta, vale a dire affidata a operatori professionali come banche, SIM, SGR o Compagnie di Assicurazione, sempre a tutela degli iscritti, le risorse affidate in gestione sono poi custodite da un depositario autorizzato, cui spetta inoltre l’importante compito di verificare che le operazioni realizzate dal gestore siano confermi sia alla normativa vigente sia a quanto stabilito nello Statuto o nel Regolamento della forma pensionistica complementare. 

Attenzione! L’aderente può comunque monitorare nel tempo l’andamento della propria posizione individuale attraverso 2 modalità principali:

1) sul sito del proprio fondo/PIP, nella sezione o area appositamente riservata agli iscritti;

2) consultando la comunicazione periodica trasmessa (per obbligo di legge) dalla propria forma pensionistica di riferimento. 

All’interno della comunicazione sono contenute informazioni essenziali all’aderente per monitorare l’andamento del proprio risparmio previdenziale, come ad esempio i rendimenti conseguiti e i costi sostenuti. Informazioni appunto utili anche per valutare la bontà delle proprie scelte e, di riflesso, a intervenire laddove lo ritenga necessario sull’importo dei propri versamenti o sulla scelta del comparto di destinazione. 

 

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