Le assicurazioni Vita dedicate alla protezione: cosa sono e come funzionano

Non solo risparmio o investimento, le assicurazioni Vita possono avere anche funzione di protezione, ad esempio nei casi di rischi connessi alla salute (LTC e dread disease) o nell'eventualità di alcune delicate scelte di gestione del proprio patrimonio: ecco i possibili benefici derivanti da queste forme di tutela

A differenza delle assicurazioni sulla vita dedicate a risparmio o investimento, le polizze dedicate alla protezione sono strutturate per tutelare l’assicurato da rischi precisi che si verificano in circostanze altrettanto ben delineate dal contratto, tanto che non contemplano né la possibilità di rimborso del capitale alla scadenza del contratto né quella di riscatto anticipato. Detto altrimenti, la prestazione è dunque corrisposta solo se il rischio assicurato si verifica e se si verifica durante la durata del contratto: ad esempio, nel caso di una PPI (Payment Protection Insurance), tipicamente abbinata all’accensione di un mutuo, la polizza fa il suo corso nel caso in cui l’assicurato si riveli effettivamente non in grado di sanare il debito.  In questo senso, dunque, le assicurazioni dedicate alla protezione risultano per l’appunto molto diverse per caratteristiche e finalità sia dalle assicurazioni dedicate al risparmio, che servono principalmente a garantirsi un capitale certo a un dato momento, sia da quelle dedicate all’investimento, focalizzate sull’ottenimento di un possibile rendimento finanziario. 

Per tutte queste ragioni, il premio da versare per una polizza dedicata alla protezione - che può essere unico o annuo - varia non solo con la durata del contratto e l’entità dell’evento coperto ma anche in funzione delle condizioni di salute dell’assicurato e delle attività, professionali e non, che abitualmente svolge. 

Tutti fattori che possono influire, anche significativamente, sulla determinazione del rischio (e di conseguenza del premio) nei casi coperti da questo genere di assicurazione, come ad esempio morte, malattia grave, perdita di autosufficienza o invalidità. A ogni modo, anche le polizze dedicate alla protezione posso prevedere delle opzioni aggiuntive, che possono integrare il contratto con tutele ulteriori, come ad esempio: 1) assicurazione complementare infortuni, che consente, se la morte dell’assicurato avviene per incidente, di ricevere un capitale aggiuntivo, doppio nel caso di incidente stradale; 2) esonero dal versamento dei premi, se sopraggiunge una situazione di invalidità; 3) anticipazione del pagamento del capitale nel caso in cui serva a finanziare interventi chirurgici; 4) garanzia di famiglia, che copre, sotto alcune condizioni, anche il decesso del coniuge dell’assicurato. 

 

Assicurazioni Vita dedicate alla protezione: soluzioni e opzioni a confronto 

Fatte queste comuni premesse, occorre comunque precisare che anche nella categoria delle assicurazioni sulla Vita dedicate alla protezione rientrano in realtà soluzioni anche molto differenti tra loro, per rischio tutelato e possibili opzioni aggiuntive, quali ad esempio: 

  • le assicurazioni temporanee che proteggono dal rischio di morte; 
     
  • le assicurazioni temporanee che proteggono dal rischio di morte e invalidità permanente; 
     
  • le assicurazioni contro le malattie gravi (dread diseasecritical illness o serious illness); 
     
  • le assicurazioni Long Term Care (LTC) che proteggono dal rischio temporaneo o definitivo di perdita di autosufficienza. 

 

Assicurazioni contro il rischio di morte o morte e invalidità permanente

Una prima forma di assicurazione vita dedicata alla protezione è l’assicurazione temporanea che copre il rischio di morte o, congiuntamente, di morte e invalidità permanente. Tale polizza prevede l’erogazione del capitale assicurato quando sopraggiunge la morte della persona assicurata (se è coperto solo il rischio morte) o quando l’assicurato si ritrova a essere in uno stato di invalidità permanente (se sono coperti sia il rischio di morte che quello di invalidità permanente). In questo secondo caso, ossia quando l’assicurato è invalido permanente e riceve dunque il capitale, non ci sarà una seconda liquidazione del capitale alla sua morte. Di norma, l’invalidità totale e permanente è definita come l’impossibilità di proseguire l’attività professionale e l’erogazione del capitale a copertura dell’invalidità permanente avviene a seguito di una verifica dello stato di salute dell’assicurato da parte della parte assicuratrice. In ogni caso, tutti questi dettagli (le specificazioni che descrivono precisamente i rischi assicurati e i passaggi da seguire nel caso si verifichino i sinistri) vengono sempre definiti ed esplicitati nel contratto di assicurazione.

Attenzione! Le polizze temporanee a rischio morte o morte e invalidità permanente possono anche prevedere una variazione del capitale durante il periodo di validità del contratto: esso può crescere, per esempio in relazione all’inflazione, o decrescere, per esempio in relazione alla progressiva riduzione di un debito residuo (man mano che si riduce il debito dovuto per un mutuo o un finanziamento, si riduce anche il capitale assicurato con cui ci si tutelava dal rischio di non saldare il debito). 

Come accade per altre polizze vita, anche le assicurazioni contro il rischio di morte o morte e invalidità permanente possono prevedere delle clausole di esclusione della copertura, per cui la Compagnia non eroga il capitale assicurato, benché generalmente (ma non necessariamente!) restituisca i premi versati. Sono ad esempio esclusi dalla copertura assicurativa i casi in cui la morte dell’assicurato è provocata, tra altre possibili cause sempre e comunque riportate nel contratto, da attività dolose, partecipazione a guerre, partecipazione attiva ad atti di terrorismo, guida sprovvista di patente, attività sportiva non dichiarata e eventi indipendenti dalla sua volontà come operazioni militari e eventi causati da armi nucleari.

 

 

Assicurazioni contro il rischio di malattie gravi

Un’altra fattispecie delle assicurazioni Vita dedicate alla protezione è quella delle polizze formulate contro il rischio di malattie gravi, talvolta indicate anche con le diciture in lingua inglese critical illnessesdread diseases o serious diseases e pensate per proteggersi dall’occorrenza di malattie che ostacolano la prosecuzione della propria vita o attività negli stessi modi e maniere in cui si svolgeva in precedenza. La malattia il cui rischio è coperto dalla polizza è naturalmente specificata dal contratto, insieme a tutte le precisazioni del caso; tra le più frequentemente coperte da questo tipo di polizza vale in ogni caso la pena di ricordare tumori, insufficienze renali, trapianti, infarti o altre patologie cardiovascolari che richiedano interventi chirurgici. 

Anche per questo tipo di polizza sono previste delle clausole di esclusione dall’assicurazione, sempre indicate nel contratto e cui è bene prestare attenzione, proprio perché indicano quelle circostanze in cui pagamento del capitale può non essere effettuato (anche se di solito vengono restituiti i premi versati in caso di decesso dell’assicurato). L’esclusione, nel caso delle assicurazioni contro il rischio di malattie gravi, è di solito prevista per infortuni o malattie che abbiano richiesto cure antecedenti alla stipula del contratto, anomalie congenite o danni provocati dal beneficiario stesso, come quelli derivanti dall’abuso di alcool e droghe.

Attenzione! Le assicurazioni contro malattie gravi possono essere sia stand-alone, se coprono soltanto il rischio di malattia specificato dal contratto, sia abbinate a una polizza contro il rischio di morte. In questo secondo caso, il capitale viene erogato all’insorgenza della malattia grave specificata qualora essa provochi un grado di invalidità pari o superiore a una percentuale stabilita nel contratto. In generale, quando il rischio di malattia grave si verifica è possibile che il capitale venga interamente liquidato e che il contratto si estingua di conseguenza, oppure è possibile che solo una parte del capitale venga liquidata e che il contratto si protragga fino al decesso dell’assicurato.

 

Assicurazioni LTC contro il rischio di non autosufficienza

Le assicurazioni LTC, ossia Long Term Care (cure a lungo termine), sono pensate per farsi trovare pronti di fronte a un’eventuale perdita (progressiva, come accade con l’avanzare dell’età, o improvvisa, a seguito di un trauma) di autosufficienza. Queste polizze sono dunque generalmente a vita intera e prevedono l’erogazione del capitale in forma di rendita vitalizia: la finalità è quella di garantirsi un supporto economico aggiuntivo nel caso in cui si debba far fronte a cure prolungate e costose. Per questa ragione, la gestione del premio e la sua trasformazione in capitale assicurato sono paragonabili a quelle tipiche delle polizze vita rivalutabili: grazie a questo tipo di gestione, la rendita erogata può essere costante o crescente, in linea con il rendimento finanziario ottenuto.

L’erogazione della rendita è soggetta alla presentazione da parte dell’assicurato di una certificazione medica che attesti il suo stato di non autosufficienza. La Compagnia si riserva un lasso di tempo di alcuni mesi per una controverifica, oltre alla facoltà di controllare a cadenza (ogni x anni, ad esempio) se lo stato di non autosufficienza perduri o sia superato: poiché la non autosufficienza può essere superabile (si pensi al caso di un incidente che richieda una lunga riabilitazione) il contratto può prevedere che la rendita venga erogata per il tempo necessario e interrotta al ripristino delle condizioni di autosufficienza, senza per questo estinguere la validità del contratto. Anche questa tipologia di polizza può prevedere delle clausole di esclusione dall’assicurazione, in ogni caso sempre ben specificate nel contratto. 

 

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