Il premio di assicurazione: quanto, quando e come pagarlo?

Qualunque sia la tipologia di polizza sottoscritta, la stipula di un contratto di assicurazione implica sempre il pagamento di un premio: a cosa serve e come ne viene stabilito l'importo

Prima di firmare un contratto di assicurazione, ci si interroga sempre sulla spesa che esso comporta. Quanto costerà assicurarsi? L’ammontare da prendere in considerazione, vale a dire la somma dovuta all’assicuratore, prende nome il premio. Il premio di assicurazione (o premio di tariffa) si può quindi più sinteticamente definire come il costo della polizza, di cui è elemento essenziale. 

Indipendentemente da chi ne sarà beneficiario, a farsene carico è sempre il contraente, vale a dire la persona che sottoscrive il contratto assicurativo, che è quindi tenuto a versarlo secondo soluzioni più o meno scadenziate nel tempo all’intermediario o alla Compagnia con cui ha stipulato il contratto. Dal punto di vista tecnico, il contraente si “assicura” a mezzo del pagamento del premio il trasferimento del rischio dall’assicurato all’assicurante, che si impegna così alla copertura dell’eventuale danno nel caso di sinistro o alla corresponsione di un capitale (o rendita) nel caso del ramo vita. 

 

Come si determina l’entità del premio?

L’ammontare del premio è stabilito tramite calcoli probabilistici, strettamente correlati alla natura mutuale del meccanismo assicurativo. Nel caso del ramo danni, ad esempio, l’entità del premio viene determinata (anche ma non esclusivamente) tenendo conto del numero di sinistri che possono verificarsi ai propri assicurati all’interno di un certo periodo di tempo, nonché dell’importo medio che potrebbe essere necessario risarcire. In altri termini, il premio non è direttamente connesso alla probabilità che il danno si verifichi per lo specifico contraente che ha sottoscritto la polizza: ecco perché per il singolo utente valutare l’entità del premio è molto complicato. Si tratta infatti di un “esercizio” che richiede di prendere in considerazione diverse variabili demografiche e statistiche e di operare su proiezioni future: il premio varia di fatto con la probabilità, statisticamente identificata, del verificarsi dei rischi assicurati, su scala generale

Ciò non toglie tuttavia che possa comunque tenere conto anche di alcune caratteristiche dell’assicurato, come ad esempio età, professione, stato di salute o altre abitudini specifiche. Al cosiddetto “premio puro” andranno poi aggiunti il caricamento per spese sostenute dall’assicuratore, tasse e imposte di legge: se il premio puro corrisponde alla quota di entità maggiormente variabile, per ragioni statistiche ma anche sulla base del grado di rischio che la parte assicuratrice intende assumersi (a rischi più alti corrisponderanno premi più alti), il caricamento per spese corrisponde alla copertura dei costi connessi al lavoro della Compagnia e al compenso per il servizio prestato. 

 

Come viene corrisposto il premio? 

Il premio si può pagare in un’unica soluzione, in due rate semestrali o, più raramente, in rate trimestrali o mensili per quanto riguarda il ramo Danni. In questo caso, il contratto ha infatti generalmente durata annuale e l’ammontare del premio copre completamente il rischio. Nel ramo Vita, dove i contratti hanno anche durata pluriennale, è invece più facilmente possibile rateizzare il pagamento del premio nel tempo. In questo caso, non è infatti necessario che ci sia corrispondenza tra il premio pagato e il rischio assicurato: il premio è sempre pagato in anticipo e si definisce, da un punto di vista giuridico, indivisibile, tanto che il contrante è sempre obbligato a versarlo per intero anche laddove risolva il contratto prima del pagamento dell’ultima rata. 

L’importo del premio è sempre indicato sul documento di polizza. Generalmente, è comunque sempre possibile farsi una prima idea dei costi da sostenere ricorrendo a un preventivo: sono ad esempio molte le Compagnie o i siti comparatori sul web che consentono di formulare personalizzando la propria polizza. In questo caso, è bene tuttavia adottare tutte le cautele del caso e ricordare che un premio basso non è necessariamente sinonimo di convenienza: ad esempio, eventuali massimali, scoperti o franchigie potrebbero rendere la soluzione individuata sì poco costosa ma in verità non così adatta alle esigenze del contraente. 

 

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