Miniguida alla stesura del curriculum vitae

Stai cercando lavoro, ma non sai da che parte cominciare? Inizia con un (buon) cv! Le informazioni da non trascurare, la lunghezza più adatta, lo stile da utilizzare: ecco qualche consiglio per scrivere un curriculum vitae che non passi inosservato

Spina nel fianco di chiunque sia in cerca di lavoro, il curriculum è il primo e più importante biglietto da visita di qualunque candidato. Anagrafica, esperienze lavorative e formative, skill tecniche e personali riassunte in poche pagine attraverso cui stabilire un primo contatto – possibilmente di successo – con il proprio potenziale datore di lavoro. Una manciata di righe, attraverso cui viene spesso realizzata una prima scrematura tra centinaia di potenziali candidati.

 

La domanda sorge allora spontanea: come scrivere un curriculum efficace?

Dove efficace è proprio l’aggettivo giusto, dato che le variabili in gioco sono molte ed è assolutamente impossibile fornire ricette utili alla stesura del curriculum perfetto. Alcuni accorgimenti aiutano però certamente a valorizzare nel modo giusto le proprie competenze. Ecco allora i nostri 5 consigli utili alla stesura di buon curriculum:
 

1. Attenzione alla lunghezza! 

Un buon curriculum deve concentrarsi sulle informazioni più importanti e, per quanto ricco, non superare preferibilmente le 2 pagine (con l’eccezione di formati specifici, come quello europeo che richiedere di essere compilato secondo lo standard e può avere lunghezza superiore). La tentazione di elencare nel modo più dettagliato possibile tutte le proprie competenze e passioni è spesso molto forte, ma non bisogna mai dimenticare che la prima lettura di un cv è spesso estremamente rapida: meglio dunque essere sintetici e permettere all’attenzione dei selezionatori di concentrarsi su pochi punti fondamentali, scegliendo di valorizzare strategicamente soprattutto le esperienze più pertinenti alla posizione per la quale ci si sta proponendo.


2. Anche l’occhio vuole la sua parte

Bene allora non trascurare grammatica e “confezione”. Indipendentemente dalla validità del profilo del candidato, curricula poco chiari, contenenti errori o refusi, o particolarmente confusi dal punto di vista grafico, tendono a disincentivare il selezionatore dal ricontattare il candidato.


3. Modelli sì, ma con personalità

Il cosiddetto “cv europeo” è tra i più noti e diffusi, ma sono molti i modelli – facilmente reperibili online - che aiutano i candidati a non dimenticare di includere quantomeno tutte le informazioni essenziali: dati personali completi e aggiornati, informazioni su esperienze di studio e lavoro, competenze linguistiche e informatiche, una descrizione delle proprie capacità relazionali e organizzative, il riferimento al trattamento dei dati personali (ai sensi del D. Lgs. 196/2003). La presenza di un modello preimpostato non deve però diventare una scusa all’appiattimento o alla stesura di curricula “seriali”: ogni offerta di lavoro per la quale ci si propone richiede anzi una diversa valorizzazione delle proprie capacità. Non solo, se formati compilativi come quello europeo possono risultare più adatti in alcune specifiche circostanze come candidature presso enti ufficiali, alcuni contesti o professioni particolari (come quelle più creative ad esempio) possono invece premiare una maggiore originalità e, dunque, formati graficamente distanti da quelli standard.


4. Farsi notare, nel modo giusto

Per distinguersi dalla massa, può risultare decisivo valorizzare anche competenze e interessi derivanti da attività extra-professionali, purché coerenti o comunque in linea con la posizione per la quale ci si sta candidando. Fondamentale comunque lasciarsi guidare dal buonsenso, anche e soprattutto per individuare “eccezioni” a questa buon pratica comune: ad esempio, nel caso di profili giovani e con scarsa esperienza, può essere utile inserire anche tirocini, stage o magari attività di volontariato distanti dalle mansioni per cui ci si sta candidando, affinché il potenziale datore di lavoro possa appurare che il giovane candidato si è quantomeno già confrontato con regole e difficoltà tipiche del mondo del lavoro.


5. Cosa non scrivere… le bugie hanno le gambe corte!

Sembra quasi scontato dirlo, ma inserire nel curriculum informazioni false o scorrette – al di là dei possibili giudizi morali – può rivelarsi parecchio controproducente. Le fasi di colloquio, da un lato, e la possibilità di farsi un’idea del candidato anche attraverso i social media, dall’altro, offrono infatti facile occasione per scoprire eventuali inesattezze. Senza trascurare il rischio di non magari scoperti in fase di selezione, ma di ritrovarsi poi con un nuovo lavoro… e tanti nuovi compiti che, in realtà, non si hanno le competenze per affrontare. Giusto dunque esaltare le proprie capacità e, viceversa, non dare enfasi a eventuali esperienze negative, ma attenzione a non esagerare!

 

Completato il proprio curriculum, dunque, cosa fare?

Innanzitutto, è essenziale controllare di non essere incappato in alcuni errori comuni e all’apparenza banali, ma troppo spesso sottovalutati, tra cui l’uso di foto poco formali o la scelta, in caso di invio tramite posta elettronica, di indirizzi stravaganti o dal tono eccessivamente informale. A questo punto, si può procedere con l’invio, ma meglio non prendere alla leggera neppure questa fase: bene allora preparare in anticipo una cover letter o una mail di accompagnamento, così come un portfolio o altri tipi di allegati, se consigliati o richiesti. Preferibile invece rinunciare a invii multipli per candidarsi alla stessa posizione, anche se realizzati attraverso più canali (posta, mail, social media, etc), così da non risultare troppo insistenti.

 

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