Miniguida al social recruiting: trovare lavoro con i social network

In crescita le aziende che ricercano nuove figure professionali sui social media: ecco allora come sfruttare nel modo giusto LinkedIn & co. per trovare impiego 

Sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano come selezionatori e professionisti delle risorse umane si rivolgano ai social media per veicolare offerte di lavoro o fare scouting di nuovi talenti. Un’opportunità in più che chiunque sia in cerca di un impiego deve valutare con attenzione, purché – ovviamente – in possesso di profili social ben curati e coerenti con i propri obiettivi professionali. 

Attenzione allora a non “strafare” e, soprattutto, a utilizzare ogni piattaforma nel modo giusto, perché non tutti i social network funzionano e devono essere utilizzati nello stesso modo!

 

LinkedIn

Si tratta del social professionale per eccellenza e, dunque, anche di quello maggiormente utilizzato dai recuiter, ma non solo. In questo caso, il segreto per costruirsi un profilo accattivante (e per cogliere tutto il meglio che la piattaforma può offrire) è non limitarsi a usare la piattaforma in modo passivo per inoltrare candidature ma, al contrario, alimentare la propria cerchia di contatti quotidianamente, condividendo contenuti utili e partecipando attivamente a gruppi di discussione inerenti al proprio ambito o le proprie aspirazioni professionali. Senza dare nulla per scontato, bene anche avere un profilo completo e sempre aggiornato.

 

Facebook

Benché non sia nato esattamente a questo scopo, anche il social media per eccellenza è ormai attrezzato e utilizzato per trovare e veicolare opportunità di lavoro. Indubbiamente, si tratta infatti di un ottimo strumento attraverso cui instaurare un primo contatto con aziende e brand di potenziale interesse, ma soprattutto tramite il quale alimentare il proprio personal branding. Anche in questo caso, bene allora mantenere sempre aggiornato il proprio profilo con contenuti di valore che dimostrino le proprie competenze e i propri interessi; occhio invece alle impostazioni della privacy nel caso in cui vogliate ogni tanto godervi gli aspetti più divertenti dell’essere in contatto con i propri amici!

 

Twitter

Pper i meno inclini alla sintesi può essere una bella sfida, ma anche Twitter può essere sfruttato – con le giuste accortezze – per trovare lavoro. Per poterlo fare, il primo fondamentale passo è dotarsi di un Twesume, vale a dire un cv di soli 280 caratteri, perfetto per promuoversi sulla piattaforma di microblogging. Impossibile, ovviamente, fornire informazioni dettagliate in uno spazio tanto ristretto, ma un tweet originale in grado di incuriosire gli altri utenti è il modo migliore per attirare i recruiter e invogliarli ad approfondire la conoscenza, magari grazie a un bel link che li porti a un profilo più completo (ad esempio, quello LinkedIn). Anche in questo caso, fare rete è fondamentale e partecipare attivamente alle discussioni è il modo migliore per riuscirci.  

 

E Instagram?

Statistiche alla mano, il social non è ancora tra i più battuti da recruiter e talent scout ma ciò non significa che non possa essere utilizzato, soprattutto dai più creativi, con finalità professionali. Anzi, molto dipenderà ovviamente dal tipo di attività professionale che si desidera intraprendere: quale canale migliore, ad esempio, per un fotografo per mostrare e far conoscere i propri scatti a dei potenziali clienti? O per un designer che vuole mostrare i propri lavori così da ampliare il proprio network?

Di qualunque canale si stia parlando, è sempre bene insomma conoscerne caratteristiche e specificità per saperlo sfruttare al meglio. E senza dimenticare che una certa cautela è comunque sempre d’obbligo perché i social network possono sempre rivelarsi un’arma a doppio taglio, perfino per chi preferisce candidarsi attraverso la più tradizionale mail o ricorrendo alla consegna a mano del proprio cv. Sempre più spesso infatti i (potenziali) datori di lavoro ricorrono al web e, in particolare, a Facebook & co. per farsi una prima idea dei candidati, quando non addirittura per decidere con chi approfondire la conoscenza in sede di colloquio. In caso di profili pubblici, attenzione allora ai contenuti postati!

 

 

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