Cosa significa esercitare una libera professione in Italia?

Svolgere in proprio (da lavoratore autonomo) una "professione intellettuale": tutto quello che è importante sapere su ordini, associazioni di categoria e sull'attività lavorativa dei cosiddetti liberi professionisti

Anche se in senso più ampio si può definire come professione una qualsiasi attività svolta con finalità di guadagno, in ambito giuslavoristico si intendono invece per professioni delle “attività intellettuali per il cui esercizio sia richiesta una specifica laurea o un particolare percorso di abilitazione”. In assenza di vincoli di subordinazione, si parla in particolare di libera professione. Se tutti i liberi professionisti sono quindi lavoratori autonomi, non è necessariamente vero il contrario: non tutti i lavoratori autonomi sono liberi professionisti. Si pensi a titolo esemplificativo al caso di un artigiano dedito in prevalenza ad attività manuali. 

Con l’espressione “libera professione” si fa pertanto riferimento alle figure professionali che svolgono, a favore di terzi, servizi o mansioni di tipo intellettuale. Si tratta dunque normalmente di lavoratori specializzati e/o altamente qualificati, per lo più laureati o che abbiano comunque acquisito le conoscenze e le competenze necessarie all’esercizio della professione per mezzo di corsi riconosciuti e specificatamente orientati allo scopo. È il caso, ad esempio, di notati, architetti, avvocati, veterinari, etc: tutte attività che, attenzione (!), possono d’altra parte essere anche esercitate nella forma di lavoro subordinato. 

Per la maggior parte delle libere professioni risulta poi vincolante anche l’iscrizione a un Albo Professionale È la legge a definire le cosiddette “professioni protette”, vale a dire quelle attività il cui esercizio è subordinato all’iscrizione ad appositi albi, collegi o elenchi, nonché all’eventuale superamento di un Esame di Stato o di un'altra prova abilitante che certifichi (insieme ad altri requisiti di varia natura) un’adeguata preparazione tecnica e deontologica da parte del professionista. Preparazione che deve essere garantita nel corso di tutta la propria carriera professionale, ad esempio mediante l’obbligo di frequentazione di corsi di aggiornamento o, ancora, attraverso il costante rispetto – pena eventuali sanzioni – il rispetto delle regole deontologiche previste per la propria specifica attività. Quanti non svolgono attività protetta ma svolgono esercitano in ogni caso un’attività intellettuale in autonomia restano comunque liberi professionisti in senso lato: qui l’elenco completo delle associazioni di categoria cui possono comunque aderire, anche al di fuori di Albi, ordini o collegi. 

Attenzione! La distinzione è piuttosto rilevante anche in ambito pensionistico, nella misura in cui i liberi professionisti con Albo non fanno normalmente riferimento all’INPS e alle sue gestioni bensì alla Cassa di Previdenza di categoria, cui hanno obbligo di iscrizione esattamente come gli altri lavoratori nel caso dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. 

E i freelance? Un’ultima precisazione riguarda infine l’uso del termine freelance, applicato ai soggetti che svolgono attività professionali assimilabili a quelle dei liberi professionisti, pur non avendo tutte le caratteristiche che sarebbero necessarie a essere definiti come tali. L’espressione, di evidente origine inglese, è infatti impiegata in senso piuttosto ampio con riferimento a chiunque metta, in cambio di una contropartita economica, i propri servizi a disposizione di uno o spesso più committenti, indipendentemente dal settore di attività.

 

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