Cosa si intende per lavoro a chiamata o intermittente

Cos'è il contratto a chiamata e come viene regolamentato esattamente il contratto di lavoro intermittente? Peculiarità e caratteristiche del job on call

Il lavoro a chiamata, detto anche intermittente o job on call, è una particolare tipologia di contratto di lavoro subordinato, con cui il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo, così come individuate dalla contrattazione collettiva nazionale o territoriale. La peculiarità di questa soluzione contrattuale riguarda dunque la possibilità di attivazione nei soli casi in cui si presenti la necessità di “utilizzare” un lavoratore, per prestazioni caratterizzate da una frequenza non predeterminabile. Sono ad esempio spesso così assunti lavoratori dello spettacolo, addetti al centralino, guardiani, lavoratori del turismo, receptionist. 

Premesso che il contratto deve essere sempre redatto in forma scritta e specificare la durata a tempo determinato o indeterminato, il luogo e le modalità della disponibilità eventualmente garantita dal lavoratore (oltre al preavviso di chiamata da parte del datore, che non può comunque essere inferiore a un giorno lavorativo), esistono 2 diverse forme di contratto di lavoro a chiamata:

1) Con obbligo di corrispondere un’indennità di disponibilità, se il lavoratore ha scelto di essere vincolato alla chiamata del datore di lavoro; 

2) Senza obbligo di corrispondere un’indennità di disponibilità, laddove il lavoratore scelga di non essere vincolato alla chiamata del datore.

 

Cos'è l’indennità di disponibilità?

Si tratta di una quota che il datore deve corrispondere mensilmente al lavoratore solo nel caso in cui quest’ultimo si impegni a garantire disponibilità a prestare il proprio servizio, in attesa di chiamata. L’importo minimo è fissato dai contratti collettivi di settore ma, in ogni caso, non può scendere sotto il 20% della retribuzione mensile prevista. L'indennità di disponibilità è inoltre assoggettata a contribuzione previdenziale (in relazione al suo ammontare). Naturalmente, il lavoratore intermittente che percepisce l'indennità non può rifiutare senza motivo una chiamata del datore di lavoro: in caso di mancata risposta ingiustificata, quest'ultimo può risolvere il contratto e richiedere la restituzione della quota di indennità riferita al periodo successivo al rifiuto, nonché un risarcimento nella misura fissata dal contratto collettivo o individuale. 

Per i periodi effettivamente lavorati, vige invece anche per i lavoratori intermittenti il principio di non discriminazione: il lavoratore a chiamata non può cioè ricevere un trattamento economico (e normativo) meno favorevole dei dipendenti inquadrati con lo stesso livello e per  pari  mansioni a mezzo di altre forme contrattuali.

 

Quali sono i soggetti interessati dal contratto di lavoro a chiamata?

Il contratto di lavoro a chiamata può essere stipulato da lavoratori con meno di 24 anni, purché le prestazioni lavorative siano svolte entro il 25esimo anno di età, o più di 55 anni d’età e, al di fuori di questi limiti anagrafici in tutti gli altri casi previsti dai contratti collettivi o, in assenza di tali disposizioni, da un apposito decreto del Ministero del Lavoro. Purché in regola con la normativa in materia di sicurezza sul lavoro, il job on call può essere utilizzato da qualunque soggetto privato, mentre non è applicabile nell’ambito della Pubblica Amministrazione.

Attenzione! Ad eccezione dei settori del turismo, dei pubblici esercizi e dello spettacolo, il contratto di lavoro intermittente è ammesso per ciascun lavoratore con il medesimo datore di lavoro per un periodo complessivamente non superiore a 400 giornate di effettivo lavoro nell'arco di 3 anni solari (in caso di superamento, il rapporto si trasforma in un lavoro a tempo pieno e indeterminato, anche perché per il job on call non è prevista la possibilità del part-time). 

Vige poi in sogni caso il divieto di stipulare contratti di lavoro a chiamata nelle seguenti circostanze:

  • per sostituire lavoratori in sciopero; 
     
  • presso aziende che, nei 6 mesi precedenti, abbiano operato licenziamenti collettivi o nelle quali siano in corso sospensioni o riduzioni dell’orario di lavoro per CIG (derogabile in caso di accordo sindacale); 
     
  • per le aziende non in regola con la normativa sulla sicurezza sul lavoro. 

 

Come funziona la "chiamata"?

Nel rispetto della normativa vigente, il datore di lavoro è tenuto non solo alla comunicazione obbligatoria di assunzione ma anche a una comunicazione telematica prima dell’inizio dello svolgimento della prestazione lavorativa. L’adempimento amministrativo può essere svolto anche in forma unica laddove il lavoratore debba svolgere un ciclo integrato di prestazione di durata complessiva non superiore ai 30 giorni. 

Per le modalità operative si rimanda al Decreto Interministeriale del 27 marzo 2013 e alla Circolare MLPS 27/2013

 

Potrebbe interessarti anche

Pensioni, come si adeguano alla speranza di vita

Ha fatto scalpore il recente aggiornamento del simulatore dell'INPS "Pensami" ma, come spesso accade, la notizia in realtà non è una notizia. Come si adeguano i requisiti pensionistici alla speranza di vita e quali sono le modalità di pensionamento valide per il 2024

Le basi della previdenza: guida alle pensioni in Italia

Essere previdenti significa anche... essere ben informati sul proprio futuro, così da poterlo pianificare e gestire al meglio: cosa succede dopo aver lasciato il mondo del lavoro? Ecco la sezione di Pensioni&Lavoro dedicata a regole e dinamiche di funzionamento del sistema previdenziale italiano

Fondo pensione e riscatto di laurea a confronto

Contribuzione al fondo pensione o riscatto di laurea? Si tratta di due strumenti messi spesso a confronto perché finalizzati all'ottenimento di un vantaggio in termini pensionistici. Tuttavia, per valutarne la convenienza...