Buoni pasto: quando spettano?

Uno strumento di welfare aziendale versatile e immediato per godere della pausa pranzo: quali sono i lavoratori che hanno diritto ai buoni pasto? 

Il buono pasto è una tipologia di beneficio accessorio, offerto ai dipendenti o ad altri tipi di lavoratori, che permette di acquistare un pasto o dei prodotti alimentari nelle attività convenzionate. Il buono, conosciuto anche come ticket, ha un valore predeterminato e può essere utilizzato esclusivamente per acquistare alimenti e bevande.

Alla domanda riguardo al buono pasto quando spetta andiamo a rispondere con questo articolo: ecco le categorie che ne hanno diritto, le relative agevolazioni fiscali e i periodi in cui non è prevista l’erogazione di questo benefit, molto apprezzato come misura di sostegno ai lavoratori.  



La normativa sui buoni pasto

La facoltà di attribuire i buoni pasto, ad alcune o a tutte le categorie di dipendenti, spetta al datore di lavoro, sia che questo sia un imprenditore o un libero professionista. Non è rilevante che i lavoratori abbiano un contratto a tempo indeterminato o determinato, o che lavorino in full-time o part-time, su turni o in smart working.

La normativa in vigore che regola i buoni pasto, stabilisce che questa tipologia di benefit deve poter essere riconosciuta a tutti quei lavoratori titolari di un rapporto di lavoro subordinato, così come a tutti i soggetti che abbiano instaurato un rapporto di collaborazione, non necessariamente subordinato, con chi eroga i buoni pasto. Per quanto riguarda gli stage, i tirocini o i contratti di apprendistato la possibilità di poter usufruire di buoni pasto rende la posizione lavorativa sicuramente più appetibile, visti i compensi solitamente modesti di queste tipologie contrattuali, rappresentando un valido sostegno al potere d’acquisto

Da un punto di vista fiscale è importante sottolineare che i buoni pasto non partecipano alla formazione del reddito per i lavoratori dipendenti o assimilati, nei limiti di un importo complessivo giornaliero di 4 euro per il formato cartaceo, mentre per il formato elettronico l’importo sale a 8 euro giornalieri. A decidere il formato è il datore di lavoro.

Quando invece non è prevista l’attribuzione di buoni pasto agevolati a livello fiscale è durante i periodi di ferie, di malattia, di sciopero, durante un permesso giornaliero o in aspettativa.



I vantaggi per i dipendenti e le aziende

I buoni pasto rappresentano una soluzione pratica per i datori di lavoro e molto apprezzata dai dipendenti e dalle famiglie. Per le aziende ha spesso significato una valida alternativa al dover provvedere a un servizio mensa, permettendo allo stesso tempo una maggiore libertà di scelta per i dipendenti. Si tratta poi di una vera e propria misura di welfare: attraverso i buoni pasto l’azienda dimostra un sostegno concreto ai propri dipendenti, permettendo un incremento del loro potere d’acquisto e rendendo più semplici le loro giornate lavorative anche su un piano organizzativo. 


Il vantaggio per l’azienda sarà legato anche alla maggiore produttività conseguente all’avere dipendenti più soddisfatti, nonché ad un incremento di attrattività nell'ottica di employer branding. Gli effetti benefici dei buoni pasto nel supportare l’economia locale poi sono evidenti: i lavoratori, infatti, utilizzeranno i buoni in bar, ristoranti e negozi di alimentari situati in prossimità del luogo di lavoro, contribuendo allo sviluppo delle attività locali.
 


La scheda di approfondimento è stata realizzata in collaborazione con Edenred

 

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