Pensionamento anticipato, quali le principali possibilità per lasciare il mondo del lavoro?

Quota 103, Opzione Donna e APE sociale: quali sono le opzioni per dire addio in anticipo al mondo del lavoro, anche alla luce delle ultime Leggi di Bilancio e dei successivi decreti attuativi?

In particolar modo attraverso le Leggi di Bilancio il legislatore è più volte intervenuto negli ultimi anni allo scopo di flessibilizzare l’uscita dal mondo del lavoro, consentendo il raggiungimento della pensione con requisiti anagrafici o contributivi meno stringenti rispetto a quelli previsti per il pensionamento di vecchiaia (o per la pensione anticipata in senso stretto).

 

APE sociale  

Estesa dall’ultima manovra finanziaria a tutto il 2024, l’APE sociale consente a soggetti individuati come in condizioni di "particolare difficoltà" ma che soddisfino comunque i prerequisiti fondamentali dei 63 anni e 5 mesi di età (63 fino al 31 dicembre 2023), dei 30 anni di contribuzione (o 36 nei casi previsti dalla legge) e della non titolarità di una pensione diretta di ottenere una sorta di assegno ponte fino alla maturazione dei requisiti necessari alla pensione di vecchiaia. Nel concreto, si traduce quindi in una sorta di sussidio di accompagnamento alla pensione erogato dallo Stato a categorie che si trovino in condizioni di particolare bisogno (disoccupati, caregiver, invalidi civili e addetti a mansioni gravose) così come stabilito dalla legge. 

APE sociale può essere quindi a tutti gli effetti di un’indennità di natura assistenziale erogata dall’INPS su domanda, per una durata pari al periodo intercorrente tra la data di accesso al beneficio e il conseguimento dell'età richiesta per la pensione di vecchiaia. 

 


APE volontaria 

Ad accompagnare l’APE sociale nel suo percorso fino al 31 dicembre 2019 anche l’APE volontaria (o aziendale quando mediata dall’intervento del datore di lavoro), che può essere in via esemplificativa definita come quella misura che consente di ritirarsi dal lavoro in anticipo percependo l’assegno INPS attraverso un finanziamento bancario fino alla maturazione dei requisiti per la pensione. A tutti gli effetti, dunque, un prestito commisurato e garantito dalla pensione di vecchiaia, corrisposto dalla banca, esentasse, sotto forma di quote mensili per un totale di 12 mensilità, la cui restituzione – inclusiva anche di interessi e polizza assicurativa obbligatoria per il rischio di premorienza – è prevista fotto forma di una trattenuta effettuata direttamente dall’INPS al pagamento di ciascun rateo pensionistico (tredicesima inclusa) diluita in un massimo 260 rate in un periodo di 20 anni mediante una trattenuta effettuata direttamente dall’INPS al pagamento di ciascun rateo pensionistico (tredicesima inclusa). 

A poterne fare richiesta tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, dai lavoratori autonomi e dagli iscritti alla Gestione Separata (esclusi invece i liberi professionisti iscritti alle Casse professionali) in possesso dei seguenti requisiti: a) almeno 63 anni di età – 63 anni e 5 mesi nel 2019 - e 20 di contributi; b) la maturazione del diritto alla pensione di vecchiaia entro tre anni e 7 mesi dal momento della richiesta; c) la non titolarità di pensione diretta o di assegno ordinario di invalidità; d) un importo stimato della futura pensione mensile, al netto della rata di ammortamento per il rimborso del prestito richiesto, pari o superiore a 1,4 volte il trattamento minimo INPS. 

Attenzione! Introdotta come misura sperimentale fino al 31 dicembre 2019, l’APE volontaria – a differenza dell’APE sociale – non ha subito proroghe: questo vuol dire che non è più possibile farvi ricorso a partire dal 2020. 

 

Contratto di espansione

Originariamente introdotto per il biennio 2019-2020 e quindi completamente rinnovato dalla legge 178/2020, il contratto di espansione è uno strumento pensato per incentivare il ricambio generazionale e la riqualificazione del personale all’interno delle aziende, attraverso 2 distinte opzioni: a) la programmazione di riduzioni orarie o sospensione del personale dipendente, a fronte del riconoscimento di un trattamento di cassa integrazione guadagni straordinaria per un periodo massimo di 18 mesi, anche non continuativi; b) la risoluzione anticipata del rapporto di lavoro per il personale a 5 anni dal raggiungimento dei requisiti per la pensione (67 anni di età, con 20 anni di contribuzione, per la pensione di vecchiaia, e 42 anni e 10 mesi di contributi, 41 e 10 per le donne, per quanto riguarda invece quella anticipata), a fronte dell’erogazione da parte dell’impresa – per il tramite dell’INPS – di un’indennità mensile di accompagnamento alla quiescenza.

Tradotto in pratica, si tratta di uno strumento che consente il pensionamento anticipato fino a un massimo di 5 anni dal raggiungimento della pensione, a fronte di un’indennità versata dall’impresa per il tramite dell’INPS. In alternativa, può essere prevista la programmazione di riduzioni orario o sospensione del personale dipendente, cui viene riconosciuto un trattamento di cassa integrazione straordinaria per un periodo massimo complessivo di 18 mesi, anche non continuativi tra loro. 

Attenzione! La validità dell’istituto è stata estesa anche al biennio 2022-2023 e alle aziende con un organico non inferiore ai 50 dipendenti dalla Legge di Bilancio per il 2022, mentre nessun intervento legislativo – con particolare riferimento alla manovra finanziaria per il 2024 – ne ha ulteriormente prorogato l'efficacia. 

 


Isopensione

Introdotta dalla riforma Monti-Fornero, si tratta di uno strumento finalizzato a condurre alla quiescenza alcune categorie di dipendenti del settore privato, impiegati presso imprese con un organico superiore ai 15 lavoratori,  in caso di eccedenza del personale o comunque nei casi in cui si renda necessario agevolare il ricambio della forza generazionale - già prossimi al pensionamento che possono così usufruire di uno scivolo verso la pensione, con oneri interamente a carico dell’azienda, in attesa dell’effettiva maturazione dei requisiti per la pensione. 

Nel dettaglio, il meccanismo – subordinato alla stipula di uno specifico accordo sindacale - consente un anticipo fino a un massimo di 7 anni rispetto alla normativa vigente, che si ricorda per il 2024 prevedere: a) 42 anni e 10 mesi di contribuzione per gli uomini e 41 e 10 mesi per le donne, nel caso della pensione anticipata; b) 67 anni d'età e 20 di contributi, nel caso della pensione di vecchiaia. 

 


Opzione Donna

Profondamente modificata dalla Legge di Bilancio per il 2023 e quindi prorogata per l’anno successivo anche dall’ultima manovra finanziaria, consiste in una strada di accesso al pensionamento anticipato rivolta alle sole donne, che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2023 i requisiti previsti dalla legge, e a una precisa condizione: quella di optare per un assegno pensionistico interamente (ri)calcolato con il metodo contributivo. 

Il risultato è quindi, nella maggior parte dei casi, un ricalcolo sconveniente dal punto di vista prettamente economico per l’optante che, a fronte di una prestazione pensionistica erogata “prima” e potenzialmente per più anni di quanto sarebbe accaduto attendendo la maturazione dei requisiti per l’accesso alla pensione di vecchiaia o anticipata, percepirà una pensione di importo verosimilmente più basso di quello determinato con il sistema di calcolo cui avrebbe avuto diritto sulla base della propria storia contributiva. 

 

 

Quota 100, Quota 102 e Quota 103

Opzione introdotta in via sperimentale dal decreto legge 4/2019, Quota 100 consente il pensionamento anticipato ai lavoratori (dipendenti, autonomi e iscritti alla Gestione Separata INPS) con 62 anni di età e dei 38 di contribuzione, che abbiano maturato il doppio requisito entro il 31 dicembre 2021

Non rinnovata dopo il triennio di sperimentazione condotto tra 2019 e il 2021, è sostituita nel 2022 da Quota 102 (64 anni di età + 38 di anzianità contributiva) e quindi da Quota 103 per il 2023 e (con alcune modifiche) anche per il 2024. Per quest’ultima, e per l’anno in corso, vengono dunque richiesti un’età anagrafica di almeno 62 anni di età e un’anzianità contributiva di almeno 41 anni. 

 


I diversi meccanismi di pensionamento anticipato a confronto

Se, ultima in ordine di tempo, è Quota 103 – rivolta agli iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria dell’INPS (lavoratori autonomi e dipendenti) e alla Gestione Separata, con almeno 62 anni di età e 41 di anzianità contributiva - tra le principali novità in ambito pensionistico introdotte dalla manovra finanziaria per il 2017 spicca invece ad esempio l’APE (anticipo pensionistico), misura di flessibilità che consente a chi abbia raggiunto almeno i 63 anni di età di lasciare in anticipo il mondo del lavoro e godere nel frattempo di “redditi ponte” che possano accompagnarli fino all’effettivo pensionamento. 




Clicca per scoprire differenze e analogie tra i principali strumenti
di pensionamento anticipato previsti nel 2024!
 

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Ancora una volta, la manovra interviene sul capitolo pensioni (senza però operare una vera e propria riforma di sistema): nel complesso, i canali di uscita restano simili allo scorso anno, con alcuni inasprimenti ai requisiti per il pensionamento. Ancora disparità per i "contributivi puri"